La Premiazione della XIX edizione CLM SalTo24
Scritto da Segreteria il 14 Maggio 2024
«Il Concorso Lingua Madre si inscrive perfettamente, anzi guida la natura del Salone del Libro intrecciando la parola e le storie, dando un’attenzione particolare e sentimentale all’esperienza delle donne e al loro cammino accidentato, ma sempre luminosissimo».
Così Annalena Benini, Direttrice Editoriale del Salone Internazionale del Libro di Torino, lunedì 13 maggio ha aperto la Premiazione delle vincitrici del XIX Concorso letterario nazionale Lingua Madre. L’evento ha chiuso cinque intensi giorni di incontri, dibattiti, presentazioni a cura del CLM al Salone OFF, nell’ambito del progetto Voltapagina e presso l’Arena Piemonte a Lingotto Fiere durante il XXXVI Salone Internazionale del Libro di Torino.
Accanto alla Direttrice del Salone hanno portato i saluti Gabriella Serratrice, della Direzione Cultura Regione Piemonte e Giulio Biino, Presidente della Fondazione del Circolo dei Lettori. A condurre l’evento Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del Concorso.
La premiazione si è arricchita inoltre della presenza di Anna Di Domizio e Veronica Conte, interpreti della lingua dei segni italiana, che hanno accompagnato con la loro preziosa traduzione l’intera manifestazione.
L’evento è continuato con il riconoscimento a Virginia Carotta, vincitrice della Borsa di Studio 2024 offerta da Soroptimist International – Club di Torino, destinata a una giovane per collaborare alle attività del Concorso Lingua Madre ma soprattutto per approfondire i temi legati alla migrazione femminile e al pensiero delle donne. Assieme a lei per la consegna della Borsa di Studio, Erica Varese, Presidente Soroptimist International di Torino, che ha portato i saluti di Anita Arnaudo, anche lei parte del Soroptimist, alla quale si deve un fondamentale sostegno al progetto. Grazie alla sua generosità, nuovamente per questa edizione, sarà infatti possibile pubblicare l’antologia Lingua Madre Duemilaventiquattro.
In seguito le autrici vincitrici, nello spirito di scambio e relazione promosso dal Concorso, si sono alternate sul palco accompagnate dalle Rappresentanze diplomatiche dei paesi d’origine. A consegnare i premi sono state Marie Christine Mukamunana e Lauramaria Fabiani, madrine dell’evento in quanto vincitrici della XVIII edizione insieme.
La prima a essere premiata è stata Sonia Canu (Italia) per il Premio Speciale Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, destinato alle fotografie. Accanto a lei sarebbe dovuta salire anche Man Azadam, di origini iraniane, la cui identità è coperta da uno pseudonimo. L’autrice era presente in sala tra il pubblico, ma non ha potuto presenziare sul palco per proteggere la sua famiglia ancora residente in Iran. Dopo la lettura dell’intervento scritto per spiegare la sua assenza alla consegna del premio, un applauso ha riempito la sala, ringraziando questa giovane che – come ha detto Daniela Finocchi – «Non ha rinunciato a immaginare e rivendicare una vita migliore per le donne del suo paese, “con atto di ribellione e di ardita sopravvivenza” come direbbe la scrittrice Sandra Madu».
Sul palco anche Silvio Salvo, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per la consegna del premio vinto per la loro fotografia Parole libere. Scritte su un foglio di carta che una mano protende verso il cielo, compaiono nell’ordine: woman, life, freedom – ossia donna, vita, libertà – tre sostantivi che vogliono sottolineare il ruolo della donna nel contesto contemporaneo, il suo diritto a vivere pienamente la propria appartenenza femminile, anzi ad affermarla come una plusvalenza, e la libertà che ne deriva.
Si è quindi passati alle vincitrici della narrativa.
Maryame El Qabach (Marocco), Premio Speciale Giuria Popolare, è stata accompagnata sul palco da Fedoua El Attari, autrice CLM e dell’Associazione Equilibri d’Oriente. Con il suo racconto Oltre il colore della pelle descrive in modo autentico come sono vissute all’interno della sua famiglia le differenze sul colore della pelle, trasmettendo l’affetto che la lega alla madre ma anche la sofferenza nata dal colorismo più vieto, conseguenza del razzismo in un mondo che premia comunque la pelle più chiara rispetto a quella più scura. La difficoltà di diventare una donna consapevole al di là delle aspettative proprie ed altrui, al di là dei condizionamenti della cultura di origine e non solo.
Marinella Dela Rosa (Filippine), vincitrice del Premio Speciale Torino Film Festival, è quindi salita sul palco insieme a S.E. Avv. Maria Grazia Cavallo, Console Onoraria delle Filippine. Con il suo racconto Diario di bordo: tra l’Italia e le mie radici asiatiche l’autrice è stata premiata per la delicatezza e l’empatia con cui descrive i personaggi, ma soprattutto per il pudore con cui la scrittrice svela non solo i suoi sentimenti nascosti nei confronti di sé ma anche dei suoi genitori. Lo sguardo delle donne, come ha sottolineato la Console, è importante e differente e sarebbe in grado di cambiare i destini del mondo, in nome della libertà e della convivenza pacifica, della vita e non certo delle guerre.
Abderrahmane Amajou, Responsabile sezione migranti Slow Food Italia e Fabiola Palmeri, autrice CLM e giornalista esperta di attualità e cultura giapponese sono saliti sul palco per Sayaka Miyamoto del Giappone (Premio Slow Food – Terra Madre). Assieme a loro S.E. la Console Generale Aggiunta dott.ssa Tokuko Nabeshima. Il suo racconto La forza degli udon narra una storia reale e molto toccante che – senza banalizzare – inserisce pietanze, profumi e sapori. L’autrice sfugge dalle categorizzazioni, sia sulle donne sia sul cibo: nel suo percorso di vita e di migrazione, gli alimenti e la cucina diventano vera forza motrice, aprendole nuove possibilità di relazione e riflessione.
E ancora, Giuliana Spadaro, vincitrice del Premio Sezione Speciale Donne Italiane, accompagnata da Cecilia Cognini, Dirigente delle Biblioteche Civiche torinesi. Il racconto Parole straniere evoca efficacemente il tema delle migrazioni e delle differenze, linguistiche e non, all’interno dell’Italia e dell’importanza del linguaggio quale fattore identitario. Continuare a sentirsi straniera in zone di confine aiuta a operare la decostruzione della centralità, facendo irrompere nel recinto della scrittura soggettività e autorialità impreviste. Il margine di spazio di esclusione viene così risignificato come spazio di libertà.
Sono quindi salite sul palco le prime tre classificate.
Simona Nicoleta Bogdan (Romania), vincitrice del Terzo Premio, insieme a S.E. Cosmin Dumitrescu, Console Generale di Romania in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Con il racconto Ritorno, l’autrice è riuscita a coniugare commozione ed espressività, immediatezza e autenticità, sentimenti profondi e conoscenza di genere. Un narrazione commovente, come ha sottolineato il Console Generale, in cui ci è facile rispecchiarsi per ogni romeno, ma più in generale per tutte le persone che hanno dovuto emigrare, parole che arrivano al cuore senza essere retoriche, che descrivono le emozioni attraverso un rimando di sguardi tra madre e figlia.
Shima Allahi (Iran), Seconda classificata – Premio Speciale Consulta Femminile Regione Piemonte è stata accompagnata da Daniela Bartoli, per la Consulta femminile del Consiglio Regionale. Nel racconto I piccoli tesori l’intelligenza si coniuga con la tenerezza, gli oggetti del paese di origine dialogano con quelli del luogo d’approdo. La loro presenza, il loro odore e colore producono emozioni, rinnovano la memoria di storie e persone del passato. Lo spazio e il tempo si contraggono e si mescolano, insieme ai sentimenti, al “lessico familiare”.
Maral Shams (Iran), accompagnata sul palco dall’autrice CLM Hasti Naddafi – autrice e tra le vincitrici CLM, anche lei d’origine iraniana –, si è aggiudicata il Primo Premio con il racconto Capolinea che si distingue per l’originalità del dettato, giocato su vari piani: la punteggiatura e il suo significato simbolico e burocratico, i nomi propri, cioè i nomina che segnalano e determinano l’appartenenza. Infine, per l’uso dell’ironia, che rende la narrazione arguta e paradossale. La protagonista decide di iniziare ad abitare per la prima volta la propria vita, lei che ha sempre abitato le persone e non ha mai avuto una casa, e si permette di essere provvisoria, di stare nell’oggi senza troppi proclami e propositi. Ed è stato significativo che a premiare sia stata un’altra donna con le stesse origini, perché – come ha sottolineato Naddafi – è bello e importante ascoltare le loro voci, attribuendo loro rappresentanza e sostituendole a quella di un paese che le opprime.
In seguito sono state chiamate sul palco tutte le autrici presenti in sala selezionate per la pubblicazione nell’antologia Lingua Madre Duemilaventiquattro. Racconti di donne non più straniere in Italia (Edizioni SEB27) e per la sezione fotografica della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: a ognuna di loro un attestato di partecipazione e una copia delle antologie degli anni precedenti. Le donne migranti, le loro figlie e tutte coloro che si riconoscono in appartenenze multiple sono le protagoniste del XIX Concorso Lingua Madre, ma anche le donne italiane che pur non avendo origine straniera decidono di mettersi in relazione, di comunicare il loro sguardo al mondo e l’autenticità femminile che da questo sguardo emerge.
È fondamentale che le donne continuino a dialogare e a riconoscersi nei modi e nelle sensibilità comuni. E c’è sempre più bisogno che il pensiero femminile narri il suo punto di vista: il nuovo bando del Concorso Lingua Madre, che si appresta a compiere vent’anni, è in corso e rimarrà aperto fino al 15 dicembre 2024. Nel mentre i racconti delle autrici di questa edizione continueranno a far emozionare nelle pagine dell’antologia Lingua Madre Duemilaventiquattro. Racconti di donne non più straniere in Italia – che sarà edita in autunno da SEB27 e presentata il 15 novembre 2024 al Circolo dei lettori – nonché nei tantissimi appuntamenti, progetti, iniziative che coinvolgono il Concorso durante tutto l’anno per rendere protagoniste le autrici su tutto il territorio nazionale, e non solo.
Qui le gallerie fotografiche complete: