Oltre i dati, tra scrittura e fotografia Rapporto Immigrazione 2024
Scritto da Segreteria il 12 Novembre 2024
Sono oltre 5 milioni e 300 mila cittadini e cittadine straniere residenti in Italia (+3,2% rispetto allo scorso anno), oltre 200 mila di loro hanno conseguito la cittadinanza lo scorso anno e in media rappresentano il 9% della popolazione residente in Italia.
Questi alcuni dei macro-dati che emergono dalla XXXIII edizione del Rapporto Immigrazione dal titolo Popoli in cammino, realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, presentato in questi giorni, che analizza e rielabora i dati disponibili sul fenomeno migratorio dove molto rilevante risulta essere la presenza femminile. Un’edizione integrata da quattro ricerche inedite – frutto delle reti territoriali dei due organismi pastorali della Conferenza episcopale italiana su lavoro, scuola e appartenenza religiosa – e arricchita dalle immagini delle autrici CLM. Proprio su quest’ultimo aspetto, proponiamo l’approfondimento di Simone M. Varisco della Fondazione Migrantes.
Scrittura e fotografia nell’approccio all’immigrazione in Italia
di Simone M. Varisco
La fotografia, come mezzo potente di comunicazione e narrazione visiva, ha assunto un ruolo centrale nella rappresentazione e nella comprensione dell’immigrazione in Italia. Attraverso le immagini è possibile non soltanto vedere, ma anche “sentire” le storie delle persone, creando un ponte empatico tra chi guarda e chi viene rappresentato, per comprendere e connettersi con le esperienze altrui.
Nell’affrontare la complessa realtà dell’immigrazione in Italia, la fotografia svolge un ruolo vitale nel promuovere l’empatia, la consapevolezza e il cambiamento sociale. Le immagini hanno la capacità di umanizzare le statistiche, trasformando i numeri in volti, in emozioni e in storie personali. Questo è tanto più cruciale in un’epoca in cui l’immigrazione è spesso trattata come un problema politico, piuttosto che come un fenomeno storico e il destino di un’umanità dalle molteplici radici. Le fotografie permettono di vedere non solo i “migranti”, bensì le “persone migranti”, di rendere il sostantivo un aggettivo, unendolo a sogni, sofferenze e speranze.
Progetti come Exodus di Sebastião Salgado hanno acceso l’attenzione internazionale sulle crisi migratorie e sulle loro cause, oltre che sulla difesa dell’ambiente come casa comune. Fotografie come quelle di Francesco Malavolta hanno catturato momenti di disperazione e di speranza nei campi profughi e lungo le rotte migratorie.
Alcuni progetti fotografici coinvolgono direttamente i migranti, dando loro una piattaforma per raccontare le proprie storie. È il caso delle fotografie del Concorso letterario nazionale Lingua Madre, alcune delle quali sono inserite nel XXXIII Rapporto Immigrazione 2024. L’intenzione è di valorizzare questo approccio partecipativo alla fotografia, che non solo dà voce ai migranti ma promuove anche una rappresentazione più autentica e rispettosa delle loro esperienze, offrendo una prospettiva che spesso manca nei media tradizionali.
Ciò accosta la fotografia alla letteratura e al suo ruolo cruciale nel rappresentare, contestare e trasformare le esperienze umane. Narrativa e poesia offrono un potente strumento per esplorare e comprendere l’immigrazione, arricchendo il dibattito pubblico e promuovendo conoscenza e riflessione.
Come accade nell’esperienza del Concorso letterario nazionale Lingua Madre, attraverso racconti e poesie, scrittrici di origine straniera – “donne non più straniere in Italia” – possono condividere le proprie esperienze personali, che spesso contrastano con le narrazioni stereotipate. Le loro opere offrono una prospettiva intima sull’identità e sulla migrazione, dando voce alle loro storie, rivelando sfide, speranze e contraddizioni e umanizzando le esperienze dei nuovi arrivati in Italia.
Attraverso la narrazione e il linguaggio poetico, ai lettori è offerta la possibilità di immergersi in mondi diversi dal proprio e di sviluppare una comprensione più profonda delle tradizioni, dei valori e delle esperienze degli altri. Questo è particolarmente importante in un Paese come l’Italia, crocevia di culture e identità differenti.
Non da ultimo, la letteratura può fungere da strumento di resistenza e di protesta contro l’ingiustizia e la discriminazione: attraverso un linguaggio evocativo e simbolico, le autrici possono sfidare le rappresentazioni stereotipate delle migranti e denunciare politiche repressive.
In un’epoca di crescenti tensioni e polarizzazioni, fotografia e letteratura possono essere una via nella costruzione di una società più empatica e inclusiva.