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La Premiazione della XVIII edizione CLM SalTo23

Scritto da Segreteria il 22 Maggio 2023

La Premiazione delle vincitrici del XVIII Concorso letterario nazionale Lingua Madre ha chiuso i cinque giorni di incontri, dibattiti, presentazioni a cura del CLM che hanno animato l’Arena Piemonte durante il XXXV Salone Internazionale del Libro di Torino.
Vari e numerosi i temi affrontati da relatrici e relatori: dal post colonialismo vissuto come pratica quotidiana all’uso del linguaggio per decolonizzare il racconto globale, dalla voce come mezzo di conquista di sé alla riscoperta del proprio corpo femminile a prescindere dall’età, dalle situazioni di disagio, violenza e “fame” alla scrittura autobiografica che diventa impegno attivo. Tanti i riflessi e i riconoscimenti tra donne e appartenenze multiple in un rimando continuo, senza tempo, oltrecanone.

Una giornata di festa, quella della Premiazione: tante voci di donne colme di significati e poi sorrisi, ringraziamenti, attimi di commozione che hanno accompagnato le autrici sul palco insieme alle Rappresentanze diplomatiche dei paesi di origine e ai Sindaci delle città di residenza in Italia.

Hanno partecipato alla cerimonia Vittoria Poggio, Assessora alla Cultura, Turismo e Commercio della Regione Piemonte, Marco Pautasso, Segretario generale del Salone del Libro, e Elena Loewenthal, Direttrice del Circolo dei lettori. A condurre l’incontro Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del Concorso, mentre a consegnare i premi è stata Diana Paola Agámez Pájaro, vincitrice della XVII edizione, madrina dell’evento.

La premiazione si è arricchita inoltre della presenza di Anna Di Domizio e Veronica Conte, interpreti della lingua dei segni italiana, che hanno accompagnato con la loro preziosa traduzione l’intera manifestazione.

L’evento si è aperto con il riconoscimento a Elena Pineschi, vincitrice della Borsa di Studio 2023 offerta da Soroptimist International – Club di Torino, destinata a una giovane per collaborare alle attività del Concorso ma soprattutto per approfondire i temi legati alla migrazione femminile e al pensiero delle donne. Ad accompagnarla per la consegna della Borsa di Studio, Erica Varese, Presidente Soroptimist International di Torino.

Sul palco anche Anita Arnaudo, anche lei parte del Soroptimist, alla quale si deve un fondamentale sostegno al progetto perché – come è stato ricordato – è proprio grazie alla generosità di una donna come lei che l’antologia Lingua Madre Duemilaventitré potrà essere pubblicata anche quest’anno.

A questo punto, un’Arena Piemonte, stracolma e partecipe, ha accolto le autrici del Concorso con applausi ed entusiasmo, man mano che il loro nome veniva annunciato.

La prima a salire sul palco è stata Sabrine Gourani del Marocco (Premio Speciale Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, destinato alle fotografie), accompagnata dalla Sindaca di Masate Pamela TumiatiSouad Maddahi, responsabile dell’associazione Yalla Aurora!. Sono state lette le parole di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, Presidente Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, per consegnarle il premio vinto per la sua fotografia Il deserto di Agafay: uno scatto particolarmente prezioso perché sottolinea la capacità dell’autrice di vedere e registrare un istante, catturato probabilmente dal retro di una jeep. Un frammento che diviene immagine e ricorda come il tempo si sia “addormentato” in quei luoghi, tra colori languidi e chiari-scuri, con le nuvole che paiono avanzare verso chi guarda.

Patrycja Holuk (Polonia), vincitrice del Premio Speciale Torino Film Festival, è quindi salita sul palco insieme a Ulrico Leiss de Leimburg, Console Onorario della Polonia, e Matteo Masi del Torino Film Festival. L’autrice è stata  in grado di narrare un’esperienza autobiografica grazie a sensazioni tattili e visive: il suo racconto Le crociate procede efficacemente per dettagli che si accumulano e creano un affresco ampio e misterioso, rimanendo aderente a uno sguardo di bambina che tutto percepisce, anche se non tutto può spiegare.

Ab Amajou, Responsabile sezione migranti Slow Food Italia, e Anna Garbero delle Biblioteche Civiche Torinesi sono saliti sul palco per Hasti Naddafi dell’Iran (Premio Slow Food–Terra Madre) che purtroppo non è riuscita a essere presente alla cerimonia. La sua storia immerge chi legge in un percorso di riconoscimento, esistenza, comunità, che spesso avviene attraverso il cibo: sono i sapori, i profumi, gli ingredienti che diventano significativo strumento per ancorarsi in una doppia appartenenza che rafforza e arricchisce, per sentirsi finalmente “a casa” in se stesse.

Amal Oursana (Marocco), Premio Speciale Giuria Popolare, è stata accompagnata sul palco da Nezha El Moutchou dell’Associazione Bizzeffe a rappresentanza della comunità marocchina a Torino, e Roberto Ciappi, Sindaco di San Casciano in Val di Pesa. Fatna e Rahhal è il racconto di un giorno qualunque di una coppia, ma colpisce per l’uso della poesia che si insinua tra rituali, gesti ripetitivi, parole e ripensamenti. Non c’è più l’eccezionalità dell’esperienza migratoria, ma piuttosto il “basso continuo” della vita che trova il suo ordine. Da sottolineare un’attenzione non superficiale alla differenza di atteggiamento e di pensieri fra lei e lui, nel modo stesso di intendere la vita.

E ancora, Chiara Nifosì, vincitrice del Premio Sezione Speciale Donne Italiane, accompagnata dall’Assessora Vittoria Poggio. L’autrice è stata in grado di calare in una storia personale la drammatica condizione delle donne in Iran e di raccontare la relazione fra le due protagoniste in modo attuale, non edulcorato o didascalico, comprese le incertezze di una donna occidentale. A emergere ne La dolce bizzara ecco però il coraggio e la determinazione di entrambe nel scendere in piazza e gridare “Jin, jiyan, azadî!” (Donna, vita, libertà!).

A salire sul palco, infine, le prime tre classificate.

Açelya Yönaç (Turchia), vincitrice del Terzo Premio, insieme a Luca Costamagna, Presidente della Commissione Cultura del Comune di Milano, e Ranà Nahas, già vice presidente dell’associazione Alma Terra, parte dell’Associazione Culturale Islamica in San Salvario a Torino e della Giuria CLM. Nel suo racconto C’era una volta, Anatolia, fa uso di una scrittura che non vuole né spiegare né vagheggiare né evocare, ma che cerca una strada espressiva diversa: frammenti narrativi fatti di colori, di stagioni interiori, di passaggi tra spazi chiusi e aperti. La sensazione in chi legge è di trovarsi di fronte a un modello culturale e letterario diverso, che attinge a un immaginario “altro” che l’autrice, anche provocatoriamente, vuole salvare.

Natalia Bondarenko (Ucraina), Seconda classificata – Premio Speciale Consulta Femminile Regione Piemonte, è salita con Erika Furlani, Sindaca di Campoformido, Gianluca Gavazza dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale, Ornella Toselli, Presidente della Consulta Regionale Femminile della Regione Piemonte, che ha consegnato il premio. Per lei anche una lettera del Console Generale d’Ucraina a Milano, Andrii KartyshVorrei leggere ancora Dostoevskij esprime con terribile efficacia la posizione impossibile di una donna di fronte alla guerra, e il senso di inadeguatezza che tutte e tutti possiamo provare in un mondo diviso dall’odio. La voce dell’autrice è lucida e senza vittimismi, capace di racchiudere in rapidi flash l’assurdo e la vergogna di ciò che sta accadendo.

Marie Christine Mukamunana (Ruanda) si è aggiudicata il Primo Premio scrivendo insieme a Lauramaria Fabiani. Ad accompagnarle Rita Consoli, Vicesindaca di Grottaferrata, e Luciano Longo, Console onorario del Ruanda a Torino. A loro il merito, con I miei ricordi in raccontodi aver saputo descrivere l’intreccio fra la “grande” storia e gli eventi delle storie individuali, entrando fin nelle viscere del Ruanda. Lo scorrere della vita familiare assume un tono universale sospeso dal massacro, riuscendo a far emergere la quotidianità degli esseri umani benché costretti a nascondersi, a non riconoscersi l’un/a l’altro/a, a fuggire. La forza tragica della vicenda viene raccontata in modo semplice con gesti che riguardano tutte e tutti.

Sono quindi state chiamate sul palco tutte le autrici presenti in sala selezionate per la pubblicazione e per la sezione fotografica Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: a ognuna di loro un attestato di partecipazione e una copia delle antologie Lingua Madre degli anni precedenti.
Donne migranti, con origini straniere, native, italiane, giovani, giovanissime e meno giovani, rappresentanti delle appartenenze multiple che possono convivere nella stessa persona: ecco che si sono potute riunire tutte per una foto finale, restituendo al pubblico un’immagine vivente della varietà e della complessità della migrazione contemporanea che le vede protagoniste.

Perché, come è stato detto, è come se ognuna di esse, a prescindere dalla distanza in chilometri, riesca a riconoscersi nei modi e nelle sensibilità comuni, per tenere insieme un’altra mappa del mondo. E c’è sempre più bisogno che le donne continuino a farlo: il nuovo bando della XIX edizione è in corso e rimarrà aperto fino al 15 dicembre 2023. Nel mentre i racconti delle autrici di questa edizione continueranno a far emozionare nelle pagine dell’antologia Lingua Madre Duemilaventitré. Racconti di donne non più straniere in Italia – che sarà edita in autunno da SEB27 e presentata il 10 novembre 2023 al Circolo dei lettori – nonché nei tantissimi appuntamenti, progetti, iniziative che coinvolgono il Concorso Lingua Madre durante tutto l’anno per rendere protagoniste le autrici su tutto il territorio nazionale, e non solo.

Ecco tutte le foto, a cura di Ludovico Giacobbe.