Anche le parole migrano Una recensione di Luisa Giacoma
Scritto da Segreteria il 07 Novembre 2023
di Luisa Giacoma*
Tra i numerosi primati del Concorso Letterario Nazionale Lingua Madre se ne aggiunge ora un altro, che vede le sue autrici, con i loro scritti, come un osservatorio privilegiato di fenomeni di un particolare tipo di migrazione: quello linguistico.
Basandosi infatti anche su racconti e romanzi delle scrittici del CLM, ampiamente citati come esempi d’uso e quindi testimonianza dell’arrivo nella lingua italiana di parole nuove, il bel volume di Jacopo Ferrari Parole migranti in italiano (Milano, Milano University Press, 2023) colma un’importante lacuna negli studi sociolinguistici gettando uno sguardo esploratore su un fenomeno che si potrebbe genericamente definire di ‘migrazione lessicale’.
Mentre esiste un Osservatorio degli Italianismi nel Mondo (OIM), non vi è ancora niente di analogo per i migratismi (p. 9), ovvero le parole recentemente entrate nell’italiano grazie a un tipo molto particolare di contatto: quello costituito dalla letteratura italiana della migrazione, ovvero scritta da migranti. Questo studio è quindi molto prezioso poiché raccoglie e commenta, attraverso lo spoglio di una banca dati linguistica costituita ad hoc, 529 migratismi che le autrici e gli autori migranti hanno preso in prestito dalle loro lingue materne incastonandoli, per così dire, come pietre preziose nell’italiano. Tale scelta non è solo o semplicemente stilistica, ma si rivela spesso una necessità, non esistendo in italiano termini che possano riferirsi a realtà estranee ai suoi confini linguistici e culturali. Si tratta dei cosiddetti realia, ovvero termini culturo-specifici presenti solo in una delle due lingue che vengono in contatto, e che si riferiscono alle usanze, all’enogastronomia, all’abbigliamento soprattutto, ma anche alla religione, alla musica, all’oggettistica.
Dopo un’introduzione sullo state of the art delle riflessioni metalinguistiche sulla letteratura della migrazione, viene presentata nel secondo capitolo la metodologia seguita in questo lavoro. La ricerca è condotta su un corpus composto da 157 romanzi e racconti editi in Italia tra il 1990 e il 2020, molti dei quali provenienti anche dalle antologie annuali dei racconti del Concorso Lingua Madre, scritti da 91 autrici e autori provenienti da 34 stati e selezionati in base al criterio che siano «scritti in lingua italiana da migranti e incentrate sul viaggio migratorio o sulle condizioni di vita degli immigrati in Italia».
Il terzo capitolo è dedicato all’analisi dei migratismi selezionati, con focus sulla fenomenologia testuale, sulle lingue di provenienza, sui campi semantici, sulla classe grammaticale in italiano e sugli strumenti lessicografici e informatici che permettono di valutarne l’attecchimento nell’italiano.
Segue nel quarto capitolo un ampio repertorio di 529 glosse commentate. Piace di questa indagine metodologica il fatto che vengano esplicitati anche i “buchi” all’interno del patrimonio lessicografico e testuale dell’italiano, come nel caso di karkaro per il quale si segnala: «mancano riscontri».
Le lingue che storicamente hanno donato più parole all’italiano sono il latino (21.051), il greco (7.546), il francese (5.409), l’inglese (4.625), lo spagnolo (811), il tedesco (586), l’arabo (477), il russo (135) e il portoghese (83) (fonte: Zingarelli, 2023), ma grazie a questo volume ci si accorge che sono molto più numerose le lingue che contribuiscono a innovare il lessico italiano.
Le parole migranti sono spie di un possibile rinnovamento lessicale dovuto al contatto tra italiano e lingue dei migranti. Questo libro è una celebrazione della multiculturalità e una testimonianza del contributo delle comunità migranti alla lingua e alla cultura italiane. Ogni parola racconta una storia di migrazione, di adattamento e di arricchimento culturale. Spingendosi oltre l’analisi delle parole stesse, il libro offre una riflessione più ampia sulla letteratura migrante. Jacopo Ferrari esplora come le storie e le voci dei migranti abbiano contribuito ad arricchire la lingua italiana con nuovi punti di vista, temi e stili narrativi. La letteratura migrante è un veicolo importante per la reciproca comprensione e l’empatia. Un altro punto evidenziato dal libro è l’evoluzione della lingua italiana nel contesto della migrazione: l’italiano è una lingua viva e dinamica, che accoglie influenze linguistiche da tutto il mondo. Questo non solo arricchisce il vocabolario, ma contribuisce anche a creare un senso di appartenenza e inclusione per le comunità migranti.
Parole migranti in italiano è un volume appassionante e informativo che pone l’accento su un aspetto ancora troppo poco indagato della cultura italiana. Esso fa emergere, attraverso la descrizione degli esiti del contatto linguistico, la ricchezza della diversità, guadagnandosi un posto nelle biblioteche di tutti gli interessati alla cultura, alla lingua e alla letteratura italiana.