Con la propria voce Le autrici CLM a “Terra Madre Salone del Gusto 2024”
Scritto da Segreteria il 30 Settembre 2024
di Elena Pineschi
«Terra Madre è un invito a cambiare paradigma». Questa l’ambizione e l’impegno dei cinque giorni del Salone del Gusto in corso a Torino dal 26 al 30 settembre grazie all’organizzazione di Slow Food. Mercati, cucine di strada, ma soprattutto incontri e progetti territoriali: è in questo fertile dialogo che si inserisce anche il programma di Venti Mediterranei. Culture cibo società nell’ambito del quale domenica 29 settembre sono intervenute anche le autrici CLM.
Un aperitivo letterario ad OrtoAlto, sul tetto del community hub beeozonam, con tutte le vincitrici dei Premi speciali della XIX edizione: Sayaka Miyamoto Slow Food – Terra Madre; Marinella Dela Rosa Torino Film Festival; Maryame El Qabach Giuria Popolare; Man Azadam e Sonia Canu Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
È stato Abderrahmane Amajou, responsabile dell’area migranti di Slow Food International, ad aprire l’incontro, ricordando l’importanza dei saperi indigeni, le consapevolezze di chi ogni giorno vive e si rapporta con la terra con le proprie mani: «Terra Madre è il momento in cui giustamente sono queste persone ad essere le protagoniste perché i nostri occhi e le nostre orecchie sono su di loro».
Una posizione che accomuna molto questa realtà e il Concorso, che infatti da anni collaborano insieme. La parola è sempre quella delle autrici, con i loro racconti e con le loro esperienze come donne.
Accompagnate dagli strumenti musicali di Simone Campa, fondatore dell’Orchestra Terra Madre, ognuna di loro ha letto alcuni brani e risposto alle domande del pubblico.
Per Man Azadam la scrittura è un modo per mettersi e mettere in una posizione di scomodità; per Sonia Canu è respiro; per Maryame El Qabach una riflessione continua, tra il fare e il disfare; per Sayaka Miyamoto un gesto naturale anche per lavoro; per Marinella Dela Rosa un’occasione per relazionarsi e non vergognarsi più.
Sentimenti diversi e uguali, necessità e desideri che si uniscono in un sentire complesso che non può essere appiattito dietro a etichette ma bisogna continuare ad ascoltare dalla loro voce in prima persona.
L’incontro si concluso alle Fonderie Ozanam con una cena conviviale tra cuochi indigeni, migranti e partecipanti dell’Alleanza dei Cuochi provenienti da ogni continente: un percorso di gusti e spiegazioni culturali delle e degli chef così da valorizzare il loro contributo nel panorama gastronomico mondiale.