"Così vicine, così lontane" e "Migrazioni" La presentazione dei due numeri di Leggendaria
Scritto da Segreteria il 26 Maggio 2016
Mercoledì 25 maggio, presso la Biblioteca civica Natalia Ginzburg, il Concorso Lingua Madre ha preso parte alla presentazione del numero di maggio della rivista Leggendaria Così vicine, così lontane (n. 116/2016) dedicato alle donne d’Islam e del numero Migrazioni (n. 114/2016) che affronta un tema – tra disperazione, intolleranza e libertà – che ha raggiunto dimensioni drammatiche.
Hanno partecipato Franca Balsamo – CIRSDe, Università di Torino; Daniela Finocchi – ideatrice e responsabile del Concorso Lingua Madre; Luisa Ricaldone – Società Italiana delle Letterate e docente del Gruppo di Studio del Concorso Lingua Madre; Maria Grazia Turri, Università di Torino.
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Ha coordinato l’incontro Luisa Ricaldone, – Società Italiana delle Letterate e docente del Gruppo di Studio del Concorso Lingua Madre – che ha introdotto la rivista Leggendaria iniziando dal numero 114/2016 Migrazioni, che affronta una questione epocale, che ci riguarda tutte e tutti. Nel numero di approfondimento della rivista si tenta, infatti, di mettere a fuoco e ragionare sulle nostre paure, senza consegnarci ai demagoghi che affollano l’Europa. Molteplici le “figure” con cui misurarsi e molti i tasselli da unire ed esaminare.
Maria Grazia Turri – filosofa ed economista dell’Università di Torino – ha focalizzato il suo primo intervento sul ruolo delle immagini e delle parole, concentrandosi principalmente sugli articoli del numero Migrazioni: Ragazze in armi di Monica Luongo e Una stagione frizzante per l’arte firmata donna di Anna D’Elia. Le immagini parlano e possono essere molto più incisive e illuminanti delle parole, così come lo sono anche nella rivista Leggendaria che, è stato sottolineato da Turri, pone grande attenzione a questo aspetto. A partire dall’immagine scelta per la copertina: Guernica dell’Egeo del disegnatore bulgaro Javcho Savoc, ispirata al celebre Guernica di Pablo Picasso, che riesce a comunicare gli stessi sentimenti di sdegno, commozione, rabbia e senso di impotenza che suscita l’ingiustificabile. Così come la fotografia Ubbidienza con vigilanza di Shirin Neshat scelta a illustrare l’articolo Così vicine, così lontane di Luciana Di Mauro e Giovanna Pezzuoli che dà il titolo all’intero numero 116 della rivista.
Daniela Finocchi – ideatrice del Concorso Lingua Madre – ha dato spazio alla voce delle donne straniere leggendo alcuni brani dei racconti raccolti nelle antologie del progetto. Proprio da questi testi, ha ricordato, è partito il lavoro d’approfondimento che ha impegnato il Gruppo di studio del Concorso Lingua Madre dando origine al volume L’alterità che ci abita (Seb27): la raccolta di saggi – realizzata per riflettere sul tema della migrazione, attraverso la lettura situata di tante voci di donne – che raccoglie i contributi delle docenti e studiose (italiane e straniere) del Gruppo di studio del Concorso Lingua Madre, pubblicato in occasione dei dieci anni del progetto. Si è quindi soffermata sull’articolo Le madri del Mediterraneo di Giovanna Pezzuoli e sul concetto di flussi (“i flussi non esistono”), sviluppato da Pinuccia Corrias in L’alterità che ci abita. Inoltre, a proposito della percezione dell’Italia e degli italiani da parte degli stranieri e delle loro aspettative, si è concentrata sull’articolo Il miraggio degli albanesi di Silvia Neonato, leggendo il racconto Il museo del futuro di Milena Proi, una delle vincitrici del Concorso.
L’articolo Se al Sud i rifugiati diventano una risorsa di Luigi Pandolfi, è stato quindi commentato da Franca Balsamo – CIRSDe, Università di Torino – e messo in relazione con La difficile transizione di Tim Rollins, interessante punto di vista che analizza la sottile linea grigia che distingue il contrabbando dalla tratta. Il fatto che questo numero della rivista sia meno connotato di altri sotto l’aspetto della differenza di genere, è stato sottolineato, non fa che dimostrare la dimensione drammatica raggiunta ormai dalla situazione, una questione epocale che riguarda tutte e tutti e non dà spazio ad altro se non allo sforzo congiunto per immaginare un futuro possibile e politiche che siano all’altezza della complessità della situazione.
Nel corso della seconda parte dell’appuntamento si è quindi illustrato il numero 116/2016 della rivista Leggendaria: Così vicine, così lontane, dedicato alle Donne d’Islam. Quanto sappiamo delle donne d’Islam, come le guardiamo, come loro ci guardano. Quelle delle diaspora, quelle che vivono nei paesi a maggioranza musulmana: le sentiamo, nello stesso tempo, così vicine, così lontane. Luisa Ricaldone ha messo a fuoco le tematiche chiave di questo numero speciale, ricordando il libro Il potere delle donne arabe (Mimesis edizioni), a cura di Maria Grazia Turri e Ilaria Guidantoni.
Per il suo secondo intervento, Maria Grazia Turri ha scelto di concentrarsi attorno al filo conduttore delle contraddizioni emerse dai contributi inseriti nei testi di Luciana Di Mauro e Giovanna Pezzuoli, in L’altra sponda del femminismo: intervista di Luciana Di Mauro a Renata Pepicelli, Le donne di Muhammad di Luciana di Mauro, È il nostro sguardo che le rende subordinate di Biancamaria Scarcia Amoretti. Un invito, il suo, ad andare oltre gli stereotipi per affermare la forza delle donne dei Paesi arabo-musulmani, malgrado tutte le difficoltà e le contraddizioni politiche e storiche esistenti. Le donne arabe hanno forse meno potere, è stato detto, ma hanno la forza, la determinazione (basti pensare alla preponderante presenza femminile nelle università di alcuni Paesi arabi) ed è da qui che bisogna dunque partire.
Daniela Finocchi si è soffermata sull’identità, le differenze, il pensiero delle Giovani musulmane e, in particolare, sul lavoro recentemente svolto dal Concorso Lingua Madre insieme alle ragazze delle comunità che hanno sottoscritto il “Patto di condivisione” con il Comune di Torino.
Lo Speciale Donne curde del numero Così lontane, così vicine è stato invece illustrato da Franca Balsamo, che ha commentato in particolare l’esperienza delle Accademie delle Donne, in cui si studia la Ginologia, ovvero la teoria e la prassi del femminismo secondo le donne curde. L’assenza di potere nella trasmissione, la trasversalità dei saperi, la pratica fra donne rende questa realtà entusiasmante, ha detto Balsamo, e riesce in qualche modo a far dimenticare la questione delle donne guerriere, portatrici di morte. Donne e uomini stanno mettendo in atto una rivoluzione femminista e sociale, ha rimarcato Luisa Ricaldone facendo riferimento alla Carta del contratto sociale del Rojava, leggendone la prefazione e, in particolare, gli articoli 27, 28, 29, 30.
Dal pubblico, attento e partecipe, sono giunti molti contributi al dibattito. Un confronto suscitato, in particolare, da donne straniere che vivono da anni a Torino. Gli interventi hanno sottolineato come si registri di fatto una indisponibilità al cambiamento da parte dell’Europa nei confronti dei/delle migranti, dei/delle rifugiati/e. Non si tratta più di un problema di mera “accoglienza”, è stato detto, ed il problema è nostro, non di chi arriva fuggendo dalla morte. Occorre agire in autonomia, a prescindere dalla politica e dalle istituzioni, è stato aggiunto, per innescare un’azione forte e necessaria. Senza dimenticare che anche nell’ambito dei rifugiati, sono proprio le donne (e i bambini) a subire le peggiori conseguenze della catastrofe.
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