Laboratorio di narrazione e scrittura: i racconti
Scritto da Segreteria il 20 Gennaio 2010
“Avevo dodici anni quando i miei genitori mi hanno proposto di venire in Italia. Erano due anni che non li vedevo, vivevo nel mio paese, in Romania, con i miei zii.
Ci volle tempo per capire quale fosse la scelta giusta ma poi capii che casa mia era dove vivevano i miei genitori. Durante i primi tempi avevo difficoltà a comunicare, però a scuola i miei compagni non mi hanno mai creato problemi. Il rapporto con i miei insegnanti, invece, è stato più difficile perchè loro pretendevano da me ciò che pretendevano da tutti gli altri, non mi sentivo all’altezza della situazione.
Mi sentivo diversa, col passare del tempo invece ho capito che questo “strano” viaggio mi ha resa più forte.”
“Questo è il racconto di una ragazza che qualche anno fa è arrivata in Italia.
Benchè le mancasse la sua casa e, soprattutto, i suoi amici, si integrò senza troppe difficoltà.
Ruolo fondamentale ha svolto la scuola, permettendole tanto di fare nuove conoscenze, quanto di approfondire lingua e cultura italiana.
Oggi le sue aspettative sono decisamente migliori e, nonostante conservi nel cuore le sue origini romene, oramai sente l’Italia la sua nuova casa.”
“Per noi il viaggio è una sorta di esperienza di vita in grado di aiutarci, di distrarci dalla quotidianità, di allontanarci dalle persone più care.
Come abbiamo detto prima, esso può essere anche una distrazione, quindi un viaggio di divertimento oppure un viaggio compiuto per necessità. Ci sono molti motivi per cui le persone viaggiano, ma quello più significativo e più triste è dover abbandonare la propria patria.
Un’esperienza simile è stata vissuta da una di noi. Sono arrivata in Italia all’età di dodici anni insieme a mia madre e a mio fratello. Sono arrivata con il traghetto fino a Bari e poi lì abbiamo preso un pullman fino a Torino.
Sono venuta a metà agosto e dopo un mese cominciava la scuola. Non conoscevo neanche una parola di italiano e questo pensiero mi metteva paura. I primi mesi di scuola sono stati i peggiori della mia vita, ogni giorno piangevo, non volevo andare in un posto in cui mi sentivo estranea in tutto e per tutto. dopo qualche mese la situazione è cambiata grazie a due mie amiche che mi hanno aiutato a dimenticare.”
“Staniero nel mondo
Siamo tutte compagne, nel nostro gruppo ci sono sei rappresentanti di sei diversi stati.
Una realtà ci accomuna, ma un’altra porta tratti unici come uniche sono le nostre storie.”
“Sono italiana e ho sedici anni, vivo in Italia da sempre e non credo di voler mai lasciare il mio paese.
Nella quotidianità sono a contatto con molte persone straniere, ma questo non influisce assolutamente sulla mia vita o sulla loro.
Ci sono delle piccole incomprensioni ma sono cose che capitano anche fra italiani educati in famiglie diverse.
Capisco però che non tutti la pensano come me e molti dei miei connazionali danno contro le altre culture ma anche contro la cultura italiana stessa: basta già solo pensare al cattivo rapporto che intercorre fra italiani del nord e del sud.
Le difficoltà ci sono dappertutto ma la tolleranza aiuta a colmare ogni divario.”
“Caro Diario,
ogni tanto ripenso alla vita a San Pablo, alla semplicità con cui trascorrevo i miei giorni, ai giochi con gli amici per strada dove le macchine non erano un pericolo…
Qui in Italia la vita è frenetica, anche le piccole cose sembrano richiedere una grande attenzione, la vita non è più spensierata.
Ma nonostante lo sconforto iniziale mi sento bene, c’è sempre un po’ di nostalgia ma so che non sono sola.
Spesso sfoglio le fotografie, mi aiutano a ricordare i bei momenti dell’infanzia e ritorno almeno con il pensiero e col cuore in quei luoghi.”
“Il viaggio è uno spostamento interiore ed esteriore, che ti porta sia a rimanere radicato nei tuoi affetti che ad aprire la tua mente a nuovi orizzonti. Il viaggio è una scoperta, come Cristoforo Colombo scoprì l’America, colmando la sua sete di sapere, noi viaggiamo per scoprire noi stessi e gli altri, colmando anche i nostri vuoti interiori. Infine il viaggio può servire per dimenticare una parte di noi e costruirne una nuova con gli altri.”