Miti e leggende giapponesi Intervista a Fabiola Palmeri
Scritto da Segreteria il 03 Novembre 2022
Leggende, fiabe, miti, ma anche narrazioni favolistiche con personaggi realmente esistiti. Fabiola Palmeri, giornalista, scrittrice e autrice CLM, racconta in questa intervista il suo nuovo libro Miti e leggende giapponesi (La Nuova Frontiera), antologia arricchita dalle illustrazioni di André Ducci.
Come si legge nella quarta di copertina, il paese del Sol Levante ha un bagaglio ricchissimo di storie popolate non solo da divinità ed eroi, ma anche da demoni, spiriti e mostri tuttora presenti nella produzione di manga e anime. Questa selezione di leggende raccontate da Fabiola Palmeri e illustrate da André Ducci trasporta i lettori in un mondo affascinante e misterioso, pieno di prodigi, ma anche di quella gentilezza, riconoscenza, compassione che caratterizza la cultura giapponese.
Da sempre lei racconta il Giappone e la sua cultura. Ci parli di questo volume in generale, la sua composizione e la sua struttura. Com’è nata l’idea di questo libro e cosa l’ha spinta a scriverlo?
I miti, le leggende e le fiabe popolari del Giappone mi interessano e affascinano fino da quando a Tokyo e per lavoro, nella redazione in lingua italiana di Radio Japan, della NHK, ne proponevamo la versione radiofonica. Ho conosciuto così personaggi, descrizioni e avvenimenti per me nuovi e affascinanti, diversi dalle fiabe e leggende con cui sono cresciuta. Quando la casa editrice La Nuova Frontiera mi ha proposto di scrivere e scegliere fra miti e leggende, ho accettato immediatamente, davvero felice di potermi concentrare nuovamente sull’affascinante mondo che dall’antichità a oggi compone l’immaginario del Giappone e dei giapponesi.
Le leggende da lei raccontate sono parte di un bacino di storie molto più ampio: come le ha scelte e perché?
Non è stato semplice sceglierne alcune a favore di altre, ma naturalmente c’era l’esigenza di rispettare una lunghezza prevista. Ho cercato di mediare, proponendo in apertura il mito fondativo del Giappone ovvero quello di Amaterasu Omikami, la “dea” del Sole progenitrice della famiglia imperiale. Un essere femminile dunque, caratteristica non comune ad altre culture e significativa, oltre che un mito molto coinvolgente e dinamico. Ho naturalmente semplificato per rendere il racconto adatto a un pubblico giovane. Per gli altri nove racconti ho cercato un equilibrio fra personaggi quali bambini e bambine di nascita prodigiosa, animali mutaforma e creature del cielo. Pensando inoltre ai riferimenti che chi legge può scoprire e legare a forme attuali di cultura giapponese. Penso agli anime, sia film che serie tv, e ai manga dove spesso compaiono naturalmente attualizzati e con caratteristiche diverse, dei e dee, uomini e donne prese dalle leggende del passato.
Ci parli del progetto grafico e delle bellissime illustrazioni di André Ducci che accompagnano il testo. Come si è svolto il lavoro di traduzione della parola in immagine?
Bisognerebbe naturalmente chiedere a Andrè Ducci sulle scelte operate, per quanto mi riguarda mi sono confrontata con lui in uno scambio positivo. Ducci ha preferito aspettare di leggere quanto proposto, per poi iniziare a disegnare i primi bozzetti in bianco e nero. A quel punto ci siamo sentiti e confrontati sui particolari, come le acconciature, i vestiti, le dimensioni dei personaggi. E devo dire di essere molto contenta del risultato finale. Ducci è riuscito sia a essere creativo e originale, sia a centrare ed evocare il contenuto dei racconti.