Il soggetto imprevisto - CLM a Torino Spiritualità
Scritto da Segreteria il 01 Ottobre 2018
“Il “no” del subordinato, condizione in cui spesso si trovano le donne, è molto diverso dal “no” di chi detiene il potere” sostiene Adriana Cavarero.
E proprio #PreferiscodiNO è il tema scelto per l’edizione 2018 di Torino Spiritualità conclusasi ieri, domenica 30 settembre, dopo cinque giorni ricchi di eventi, incontri, spettacoli, concerti che sondavano il dissenso in tutte le sue forme.
Come ogni anno, anche il Concorso Lingua Madre ha partecipato a questa edizione “disubbidiente” di Torino Spiritualità con un incontro dal titolo “Il soggetto imprevisto. Forme e figure del dissenso femminile”, organizzato con la Società italiana delle Letterate. Per l’occasione sono state coinvolte due ospiti d’eccezione: Adriana Cavarero, filosofa, fondatrice della comunità filosofica femminile Diotima e parte del comitato scientifico di Biennale Democrazia, e Anna Maria Crispino, direttora della rivista Leggendaria e direttora editoriale di Iacobelli editore per cui cura la collana Leggendari, piccoli libri eleganti e intriganti. Moderatrici dell’evento Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del CLM, e Luisa Ricaldone, Presidente SIL.
Ospitate nella meravigliosa Sala dei Codici del Museo nazionale del Risorgimento italiano di Torino, le relatrici si sono confrontate sui “no” delle donne, che continuano ad essere determinanti per il cambiamento sebbene spesso non vengano riconosciuti o ricordati.
All’incontro era presente un pubblico vario, numeroso e partecipato, che ha scandito con numerosi applausi “a scena aperta” gli interventi che si sono susseguiti.
La riflessione di Adriana Cavarero è partita da due esempi di dissenso femminile nella mitologia classica, personificati nelle figure di Antigone e Penelope. “Antigone non è solo un’eroina del dissenso ma ne è diventata un vero e proprio simbolo” ha spiegato Cavarero, sottolineando come la fanciulla rinunci dapprima ai canonici ruoli femminili per poi seguire la “legge del sangue”, la legge del sangue materno, quando decide di seppellire il fratello Polinice in totale disaccordo con la legge della polis. Penelope, invece, rappresenta un dissenso più sottile e astuto, assai diverso dal molteplice ingegno del marito Ulisse: per 10 anni riesce a tenere in scacco i Proci con il famoso espediente della tela tessuta di giorno e disfatta di notte. Esiste quindi una specificità del diniego femminile? Frontale e irriducibile o astuto e conciliabile? Non è sempre possibile trovare una posizione netta al riguardo, ha proseguito Cavarero, ma il dissenso delle donne continua a produrre pensiero, quale parametro di senso e non semplicemente “contro qualcosa”.
Anna Maria Crispino ha iniziato con un riferimento storico prendendo ad esame le più famose figure letterarie femminili. Ha quindi ricordato il 200° anniversario di Persuasione e analizzato i “no” delle eroine di Jane Austen, partendo dal celeberrimo, totalmente inaspettato e controcorrente rifiuto di Elizabeth Bennet al matrimonio con Mr. Darcy. “Le donne non sono solo soggetto imprevisto ma anche impensato” – ha poi continuato la Crispino – “ed è qui che si insinua il lavoro della critica: serve a smontare le premesse di un discorso”.
Immaginando poi quale insegnamento possano trarre le ragazze di oggi dalle figure archetipiche da lei citate, Adriana Cavarero ha concluso “Abbiamo la possibilità di farci carico dello stereotipo e anche di disfarlo con ironia. Le ragazze di oggi potrebbero dire di “no” e uscire dai canoni, specialmente quelli che oggettivizzano la donna, seguendo l’esempio di Penelope. Ragazze: abbiate il coraggio e la baldanza di Antigone nel rimanere nella lotta e insieme esercitatevi nella capacità pratica della decostruzione ironica, come Penelope. Prendete lo stereotipo e distruggetelo con ironia”.
Anna Maria Crispino ha quindi chiuso l’evento con una riflessione sul più generale panorama letterario odierno. “Negli ultimi 30 anni” – ha spiegato – “siamo di fronte a un doppio fenomeno: nello stesso tempo storico troviamo da una parte una serie di italiane che sono diventate scrittrici all’estero, italo-americane che primeggiano nel memoir, dall’altra scrittrici italiofone, straniere che scelgono l’italiano per veicolare. Entrambi questi fenomeni sono frutto dell’atto migratorio e ci forzano a ridefinire il concetto di tradizione.”
Il pensare delle donne e il loro sentire differentemente abbraccia il mondo, l’alterità che le abita si sta tramutando in un patrimonio umano universale, facendo scaturire la luce del cambiamento dal cuore del presente. Le Silence Breakers e il movimento #metoo non sono che le più recenti testimonianze di questa consapevolezza.
Il “soggetto imprevisto”, come scriveva Carla Lonzi, emerge improvviso e in disaccordo, dall’editoria alla politica.
Qui una galleria fotografica dell’evento.