La libertà può volare SalTo23
Scritto da Segreteria il 20 Maggio 2023
Sabato 20 maggio, presso lo Stand Regione Puglia all’Oval del Lingotto Fiere, è stato presentato il volume La libertà può volare (Besa Muci Editore). Un libro corale che raccoglie linguaggi diversi − la prosa, la poesia, l’immagine − e scritture che vanno dal racconto autobiografico al saggio sociologico e giuridico. Fra i contributi, il testo della scrittrice e autrice CLM Diana Bosnjak Monai, anche relatrice dell’incontro. In dialogo con lei la curatrice del libro Anna Chiara Bruno e le autrici Letizia Cobaltini e Maria Piera Lo Prete. A condurre Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile CLM.
Questo non è una poesia d’amore/ se io/ appartengo a te/ e tu/ appartieni a me, così inizia la poesia Questo non è un elogio alla libertà di Diana Bosnjak Monai che apre il volume, e proprio con la lettura di questi versi si è aperto il dialogo intorno alla violenza perpetrata ai danni delle donne. Un tema indagato a fondo dall’autrice croata, insieme a quello dei diritti e dell’inclusione, come nel suo racconto Tomba vista mare pubblicato in Lingua Madre Duemilaventuno. Racconti di donne straniere in Italia (SEB27) dove la protagonista riflette amaramente Quando ero giovane e dovevo essere felice e spensierata c’era la guerra. Quando avrei dovuto farmi una famiglia ero una profuga. Quando avrei potuto iniziare una carriera professionale ero una straniera troppo qualificata. Se fossi stata un essere non pensante sarebbe stato più semplice.
Adesso arriva l’impegno in questo nuovo volume, che ha come scopo proprio quello di avvicinare le/i giovani a prendere coscienza di una realtà che, come ha sottolineato la curatrice, è purtroppo sempre di stretta attualità. Ecco quindi lettere, testimonianze, poesie raccolte per riflettere − e far riflettere − da Anna Chiara Bruno, già docente di Lettere e ora impegnata nel sociale, in attività di promozione della lettura, grazie alla collaborazione con associazioni culturali, istituzioni scolastiche ed enti sociali.
«Questo libro parte da esperienze da me personalmente vissute, per questo ho voluto parlare di stalking, una tipologia di violenza più subdola – ha spiegato Anna Chiara Bruno – nel volume ho cercato di riunire più voci per creare un testo denso di significati eppure facile da fruire, perché potesse essere un importante strumento di sensibilizzazione, anche per le e i più giovani».
La conversazione è proseguita a più voci tra le autrici presenti e Daniela Finocchi, che ha ricordato come l’aggressività maschile sia stata riconosciuta dall’Onu come la prima causa di morte e di invalidità permanente per le donne in tutto il mondo.
«Il numero delle donne vittime di violenze supera ogni quattro anni quello delle vittime dell’Olocausto», è stato detto, e il grido delle donne è «presente e distante, soffocato, inascoltato, invisibile e vero» come scrive Maria Piera Lo Prete in uno dei suoi testi poetici contenuti nella raccolta.
E proprio Lo Prete ha approfondito come l’obiettivo che ha unito tutte le scrittrici racconte nel testo sia stato quello di dare il più possibile voce a tutte le donne, attingendo a modalità diverse, a stili diversi. «Abbiamo cercato di elaborare un linguaggio nuovo, un linguaggio di autocoscienza, di consapevolezza, per far sì non solo che la donna possa comprendere se stessa, ma anche raccontarsi con le parole che sente a lei più vicine».
A questo aspetto si è ricollegata anche Letizia Cobaltini che ha specificato come la scelta di inserire nella raccolta anche dei testi poetici sia stata estremamente ragionata e fortemente voluta: «La poesia ha il grande potere di arrivare a toccare la parte più profonda dell’animo umano ed è quindi in grado di sollecitare una riflessione più intima e più sensibile su argomenti delicati come questi».
Allo stesso modo, ha sottolineato Daniela Finocchi, anche i racconti che arrivano ogni anno al Concorso letterario nazionale Lingua Madre trattano spesso il tema della violenza contro le donne ed è troppo facile fare appello all’arretratezza o all’ignoranza dopo aver letto queste storie. «Del resto – ha proseguito Finocchi – basta sfogliare le pagine delle cronache italiane per trovare quasi quotidianamente violenze perpetrate da uomini, giudicati unanimemente colti e moderni, ai danni delle donne. Tra tutti i flagelli mondiali, la violenza contro le donne è il più equamente ripartito: lo si trova in tutti i paesi, in tutti i continenti e presso tutti i gruppi sociali, economici, religiosi e culturali».
Con Anna Chiara Bruno è stato quindi evidenziato come fino al 1981 i maschi italiani disponessero del delitto d’onore per mitigare le condanne per le proprie efferatezze ai danni delle mogli, delle figlie, delle sorelle. Ma se le lotte dei movimenti femminili hanno portato a tradurre in leggi i diritti delle donne, non hanno però sconfitto una società patriarcale che travalica i confini nazionali e che continua a forgiare i caratteri e i pensieri dei maschi.
È giusto informare e incoraggiare le donne a denunciare le violenze, ma non è giusto colpevolizzarle se non lo fanno. Dal sito dei Carabinieri risulta che il 90% delle donne vittime di violenza non denunciano il loro aggressore e, leggendo questi dati, si ha quasi l’impressione che sia colpa loro se muoiono. Ma, per trovare il coraggio di denunciare, le donne devono prima ritrovare se stesse, cioè acquisire autostima, e riconoscere il proprio valore.
Anche mettersi continuamente nella condizione di vittime è sbagliato, hanno concordato le autrici, perché presuppone la concessione e il riconoscimento da parte degli uomini di qualcosa. Sono piuttosto gli uomini a doversi interrogare e non tanto le donne a dover rivendicare qualcosa che gli è dovuto.
La violenza contro le donne passa anche attraverso le parole, le immagini, la cultura neutra che neutra non è, il diritto neutro che neutro non è. Per questo è importante coinvolgere le giovani generazioni affinché sviluppino una nuova sensibilità e una nuova consapevolezza. Non a caso, nel libro trovano spazio anche le opere pittoriche delle e degli studenti del Liceo Artistico V. Calò di Grottaglie. Inoltre, i diritti derivanti dalla vendita del volume saranno devoluti ai Centri Antiviolenza riconosciuti dal Registro istituito dalla Regione Puglia.
Al termine dell’incontro, la conversazione allo Stand della Regione Puglia è proseguita con la presentazione del nuovo libro di Diana Bosnjak Monai, Dio è uno solo. Sarajevo Requiem, pubblicato da Besa Muci Editrice.
Un quarto di secolo dopo la fine dell’assedio, una storia di speranza nonostante i dolorosi ricordi legati alle guerre. Un passato tragico, un presente di precarietà e un futuro incerto si intrecciano nella multietnica e affascinante Sarajevo.
Sì perché anche quarant’anni dopo la morte di Tito, continuano a esserci molte storie da analizzare: la scrittrice e autrice CLM segue i giovani di allora − adesso emigrati di mezz’età, sparsi per il mondo − e gli adulti, ora anziani, rimasti a sopravvivere in una città con mille difficoltà.
«Il mio nuovo romanzo, un’opera di finzione che attinge a piene mani dalla mia personale esperienza, è il diretto sviluppo di tutti i miei lavori precedenti – ha spiegato l’autrice. Siamo in una Sarajevo contemporanea, chi ha vissuto l’assedio cerca di tirare avanti in una città in cui sembrano non esserci prospettive, fino al sopraggiungere del Covid, che sconvolge una quotidianità già instabile. Ma nel mio libro non c’è solo disperazione e morte, ho voluto concentrarmi sull’amore e sull’amicizia, sentimenti motori di tutti i miei personaggi, dando anche spazio all’ironia».
Ecco le foto.