Una ferita che profuma Leyla Khalil a Rai Radio 1
Scritto da Segreteria il 12 Ottobre 2025
«Viviamo tempi complessi attraversati da guerre, migrazioni e crisi ambientali eppure la letteratura continua a creare dialogo e ponti tra culture, ce lo ricorda il Concorso letterario nazionale Lingua Madre» ha detto Simonetta Ciarapica, conduttrice del programma Spaziolibero Radio, in apertura della nuova puntata andata in onda su Rai Radio 1 venerdì 10 ottobre 2025. Ad essere intervistate Leyla Khalil, vincitrice del Primo Premio alla XX edizione CLM, e Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del progetto.
Un progetto in divenire che ha festeggiato appunto quest’anno il suo ventesimo anniversario e lo ha celebrato con le oltre 10.000 autrici che hanno partecipato nonché con quelle selezionate per l’antologia Lingua Madre Duemilaventicinque. Racconti di donne non più straniere in Italia (Edizioni SEB27) che sarà presentata ufficialmente il 7 novembre 2025 al Circolo dei Lettori di Torino.
«Memorie, suggestioni, cura, macerie si mescolano in questi racconti con una sensibilità che produce talora turbamento. La complessità vissuta da chi è migrante, ma anche non più straniera, spesso non ottiene ancora riconoscimento» ha ricordato Daniela Finocchi.
E il racconto Piangere per l’abbattimento di un albero di Leyla Khalil ne è un esempio, testimoniando cosa voglia dire convivere con una guerra che non è mai stata vissuta, ma che è sempre presente negli scambi e nei ricordi dei familiari. È la guerra in Libano, come emerge dagli estratti del testo letti da Maral Shams, un’altra autrice CLM.
«È un tipo particolare di nostalgia» ha raccontato la vincitrice italo-libanese, «che si trasmette anche alle generazioni successive. Si convive mandando avanti tutta una serie di rituali, anche al di fuori del proprio paese». Il cedro del Libano che viene tagliato a Padova, suo paese di residenza, diventa chiaramente una metafora di questi sentimenti. «Nel giro di pochi anni il Libano ha avuto una serie di ferite – l’esplosione sul porto, il Covid, la bancarotta, l’inflazione, la guerra – e la mia paura di non far più visitare il Libano come l’ho vissuto, così come è nei miei ricordi, trova un parallelo con l’albero. È un rimando al fatto che non si può fuggire, che alcune cose ci sembrano eterne ma possono smettere di esserci o di essere come le abbiamo sempre vissute».
Un rimando alla realtà, conclude Leyla Khalil. Così come di realtà, famiglia, tradizioni, malattia, rinascita parlano anche tutti gli altri racconti inclusi nell’antologia.
La trasmissione si può riascoltare qui su RaiPlay Sound.