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Tra arte e lavoro: la veridicità del proprio sguardo di donna Dragana Babic e Susanna Mei Chou a SalTo24

Scritto da Segreteria il 11 Maggio 2024

Nell’ambito della collaborazione che da sempre lega il Concorso Lingua Madre a EDISU, Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario del Piemonte, venerdì 10 maggio – presso nella loro area all’interno del Bookstock del Salone Internazionale del Libro – si è tenuto l’incontro con le autrici CLM Dragana BabicSusanna Mei Chou, in dialogo con Daniela Finocchi, ideatrice CLM.

Attraverso le letture dei loro racconti tratti dalle antologie di Lingua Madre (Edizioni SEB27), le due autrici hanno raccontato la propria esperienza di vita e il percorso intrapreso personalmente per unire arte e lavoro, andando al di là degli stereotipi che pesano sulle donne migranti e straniere.

«Adesso insegno in un istituto superiore e ogni giorno cerco di trasmettere l’importanza della cultura e del sapere alle mie e ai miei studenti», così Dragana Babic ha spiegato l’obiettivo principale che l’ha spinta a intraprendere la carriera di docente.

«È stata proprio la mia inclinazione verso il sapere ad avermi portato in Italia. L’istruzione e la cultura sono il filo conduttore della mia vita» ha continuato ricollegandosi poi alla lettura del racconto Belgrado non mi ha amata abbastanza presente nell’antologia Lingua Madre Duemilaotto. Questa è appunto la storia che precede il viaggio compiuto dall’autrice per lasciare il suo paese d’origine e cambiare la sua vita.

È successivamente passata la parola a Susanna Mei Chou, che ha spiegato la motivazione del suo avvicinamento alla letteratura e alla fotografia: «Grazie a questi due strumenti sono riuscita a trovare un perché alla mia esistenza. Ho la possibilità di esprimere ciò che sono, ciò che immagino che io sia e che vorrei essere».

Molto importante per l’autrice CLM è il legame che unisce la sua arte con l’ambiente. Proprio in linea con questo argomento ha presentato la mostra Due sguardi femminili sui nuovi paesaggi che si sta svolgendo a Torino presso il giardino Eva Mameli Calvino, botanica antifascista. Ha spiegato così le foto da lei scattate, i cui protagonisti sono il fiume Dora e i paesaggi industriali che attraversa: «Si esplorano luoghi dove è impossibile scindere l’opera dell’uomo dalla natura. Che sia un monito per l’uomo sulla responsabilità che ha di rispettare l’ambiente».

Grazie alla lettura del suo racconto La fenice e il gallo nell’antologia Lingua Madre Duemilaventi Chou ha reso evidente cosa significhi vivere all’interno di un contesto sociale come quello della Cina degli anni ’70, in una famiglia che obbliga sin dalla giovane età al controllo delle emozioni e a una diversa educazione imposta alle femmine. Secondo lei per superare la visione patriarcale è necessario viaggiare, conoscere nuove culture e studiare.

Collegandosi all’intervento di Chou sulla disparità educativa tra le e i giovani, Dragana Babic ha riportato, nella sua esperienza di insegnante, le differenze degli atteggiamenti femminili e maschili all’interno delle sue classi. In particolare si è concentrata sulla tendenza delle ragazze nel nascondere i comportamenti irrispettosi compiuti dai propri compagni: «Un istinto materno di protezione che non dovrebbero avere in quanto non ancora adulte, ma che mettono in atto perché è stato sempre insegnato loro a concedere di più ai maschi».

Susanna Mei Chou ha concluso l’incontro con una lezione molto importante: «L’istruzione femminile è fondamentale per trovare la propria indipendenza e per poterla realizzare. È necessario che ciò avvenga non solo per raggiungere obiettivi professionali, ma soprattutto per arrivare alla consapevolezza della propria identità di donna».