Appuntamenti

Dare voce alle donne migranti Il CLM al Festival Legger_ezza 2021

Scritto da Segreteria il 29 Novembre 2021

Il Concorso Lingua Madre ha partecipato alla III edizione di Legger_ezza, festival cagliaritano a cura di CeDAC Sardegna, Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo dal vivo per la promozione della lettura, attraverso presentazioni, reading, seminari, laboratori.

Il Concorso è partner ufficiale della manifestazione e ha contribuito attivamente alla creazione del programma, che vuole sensibilizzare il pubblico su diverse tematiche sociali, per ottenere una maggiore integrazione e stimolare la coscienza della comunità e del rispetto verso l’altra/o.

Proprio da questi presupposti prende l’avvio l’evento Dare voce alle donne migranti, svoltosi venerdì 26 novembre in streaming. Nel corso dell’incontro è stata presentata la nuova antologia Lingua Madre Duemilaventuno. Racconti di donne straniere in Italia (Edizioni SEB27) insieme alle autrici vincitrici della XVI edizione CLM, Natalia Marraffini (prima classificata) e Lorena Carbonara (vincitrice sezione speciale donne italiane).

A moderare la conversazione Daniela Finocchi, ideatrice e responsabile del Concorso, che ha dato via all’incontro presentando il progetto e i suoi 17 anni di lavoro con la letteratura migrante femminile, insieme alle tante attività e progetti realizzati per dare voce a donne che si vogliono mettere in relazione, in un luogo autentico di espressione e rappresentazione del se. Ne è un esempio l’antologia Lingua Madre Duemilaventuno, che raccoglie i racconti selezionati per la pubblicazione della XVI edizione del progetto e che costituisce, insieme ai precedenti 15 volumi, un vero patrimonio letterario, raccogliendo storie in cui la migrazione non è più un semplice sfondo ma influisce sulle trame e sulle protagoniste, generando traiettorie narrative inaspettate. Tra queste la grande importanza attribuita da tante autrici all’istruzione, alla cultura, alla scuola: un valore e una centralità la cui mancanza, in questi tempi di pandemia, è stata pesante e sofferta per tutte le giovani e i giovani.

Su questo spunto la parola è passata a Natalia Marraffini che ha esordito spiegando la genesi del suo racconto La straniera segreta. «Ho cercato di sviluppare il tema dell’identità, strettamente collegato per me a quello della scuola, che io ho vissuto sia da studente sia da docente. È grazie a questo percorso che ho potuto capire le mie radici, capire meglio questo nucleo di estraneità e come si è sviluppato nel tempo. Io infatti non ho avuto coscienza del mio essere straniera fino all’età adulta quando, per la prima volta in classe, mi sono confrontata con gli sguardi delle mie e dei miei studenti» ha spiegato Marraffini, aggiungendo come «proprio il periodo dell’adolescenza coincide con la sensazione di sentirsi straniera o straniero a se stessa/o, la propria identità non è chiara, definita, e questo ci accomuna tutte e tutti, non solo chi proviene da un altro Paese. Da lì parte il percorso, fondamentale, per capire davvero chi siamo».

«Il Concorso Lingua Madre è un progetto che seguo da sempre e che da sempre mi attira, perché mette in luce anche e soprattutto cosa significa essere italiana, non solo cosa significa essere straniera», ha esordio Lorena Carbonara, entrando poi nel merito del suo racconto Ferma zitella: «Il mio testo è nato da una necessità, imprescindibile, che sentivo dentro e dalla commistione di diversi elementi: i racconti di mia nonna e delle sue coetanee nella Puglia degli anni ’40 e ’50 rivivevano infatti in un canto popolare, Ferma zitella appunto, che ha dato il titolo e il ritmo (è proprio il caso di dirlo) al racconto. In questa storia la sorellanza fra le protagoniste, entrambe profughe seppur in modi diversi, è al centro della vicenda. Credo fortemente che l’alleanza tra donne sia molto importante, un elemento necessario per eliminare pregiudizi e violenza. Anche nel mio racconto è poi fondamentale l’istruzione perchè è  proprio questa che riesce a dare voce alle protagoniste».

La ricorrenza della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne del 25 novembre ha anche dato occasione alle relatrici di interrogarsi e riflettere su questo argomento.

«Da tempo lavoro su questo tema, centrale nel mio libro Off-line. Zona Rossa (Porto Seguro Editore), e ritengo che sia necessario educare i propri figli invece di insegnare alle proprie figlie a difendersi da qualcosa che sembra ineluttabile. Ci sono poi tanti stereotipi che, anche cercando di fare del bene, perpetrano un immaginario che vittimizza la donna e assolve l’uomo dalla responsabilità delle proprie azioni» ha detto Natalia Marraffini. Su questi concetti si è anche soffermata Lorena Carbonara spiegando come «ci sia la necessità, fin dalla giovane età, di un’educazione sessuale e un’educazione sentimentale, per leggere le proprie emozioni e imparare a condividerle. Per questo la scuola, di ogni ordine e grado, è fondamentale, anche e soprattutto per abbattere bias cognitivi, distorsioni causate dal pregiudizio, di cui non abbiamo consapevolezza».

Una conversazione ricca di occasioni di confronto e spunti di riflessione che si è conclusa con le domande del pubblico online, che hanno dato modo di approfondire ulteriormente i numerosi temi trattati.

Il video dell’incontro è disponibile online sui profili Facebook del Concorso e di Legger_ezza, e su YouTube.