Le autrici di Lingua Madre

Le biografie delle vincitrici XIII Edizione del Concorso Lingua Madre

Scritto da Segreteria il 28 Marzo 2018

Aicha Fuamba nasce nel 1994 in Congo. Giunta in Italia, nel 2014 si iscrive al Liceo di Scienze Umane a Rovigo. Dopo un anno, per il desiderio di ricongiungersi con la sua famiglia, si trasferisce a Pantelleria, con l’intento di terminare gli studi liceali. Problemi economici costringono il nucleo familiare a ripartire per recarsi a Genova. Rimasta sola, accanto a sé ha una persona che la sta aiutando in attesa di sostenere gli esami di maturità, per poi cercare la sua strada, forse altrove.
Sofia Teresa Bisi nasce nel 1970 a Rovigo. Affianca da sempre gli studi musicali a quelli letterari. Come flautista ha collaborato con alcune orchestre regionali e con il Teatro Sociale di Rovigo. È insegnante di Lettere e Latino dal 2003; come giornalista pubblicista scrive dal 2002 nella pagina culturale del «Gazzettino di Rovigo» e firma alcuni articoli per la rivista semestrale «Il ventaglio 90». Attualmente è impegnata in un lavoro di ricerca musicologica guidato dall’Università di Padova.
Hanno scritto a quattro mani il racconto Per Aspera ad Astra, vincendo il Primo Premio della XIII edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre, con la seguente motivazione: «Per il racconto dell’orrore dell’esperienza dell’Africa, del Mediterraneo, dell’Europa, reso possibile dalla relazione di affidamento tra docente e discente. Per la capacità narrativa di trasformare, con il racconto, l’esperienza soggettiva di atrocità, a cui la cronaca drammaticamente abitua, in memoria collettiva. Per il senso civico che presiede all’idea che la condivisione del racconto del dramma migratorio attivi la sopportabilità del ricordo, nell’agire dell’ascolto in relazione. Il racconto è una sorta di Odissea al femminile, in cui la guerra è di altri e la patria e la famiglia sono luoghi frammentati dove non è possibile tornare. Una babele, anche linguistica, all’interno di rapporti di sangue; il tutto narrato in modo mosso e contraddittorio, dove le parole e lo stile ricalcano ed esprimono i sobbalzi dell’animo, le discordanze e le incongruenze dei sentimenti. Il modo in cui viene descritta la storia rispecchia il coraggio di chi lo narra, tenendo il lettore con il fiato sospeso fino alle ultime parole».

 

Dorota Czalbowska nasce a Varsavia, in Polonia, nel 1962. Compie gli studi in pieno regime comunista. Nel 1989 si trasferisce in Italia per lavoro, dove, con il tempo, forma anche la sua famiglia. Negli anni porta a termine la sua specializzazione linguistica ed entra in contatto con la complessa realtà delle adozioni internazionali. Il suo racconto La ragazza con le trecce, è pubblicato nell’antologia Lingua Madre Duemilaquattordici. Racconti di donne straniere in Italia (Edizioni SEB27).
Con Parole perdute, ha vinto il Secondo Premio (Premio Speciale Consulta Femminile Regionale del Piemonte) della XIII edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre, con la seguente motivazione: «Per la disinvoltura narrativa con cui l’impresa della genitorialità è rappresentata senza retorica e senza idealizzazione, ma quale occasione di comprensione dell’umano nell’esperienza dell’adozione: tema complesso, estremamente e da tempo connesso con la migrazione, sempre attuale. Per la capacità di narrare, con prosa evocativa, il valore delle origini senza farne una questione di appartenenza, bensì un passato da condividere fra genitori e figlio, perché “le storie irrisolte” non ostacolino le possibilità di esistenza».

 

Marcela Luque, figlia di mamma italiana, nasce a Buenos Aires nel 1973. Dopo aver frequentato la scuola paritaria italiana, si laurea in Giornalismo. Nel 2009 decide di trasferirsi in Italia insieme ai suoi due figli, lasciandosi alle spalle un passato di giornalista e blogger. Oggi vive a Torino, dove lavora nel settore della comunicazione e del marketing. Il suo racconto Non tutto il mondo è paese è pubblicato nell’antologia Lingua Madre Duemiladiciassette. Racconti di donne straniere in Italia (Edizioni SEB27).
Con Hind dappertutto, ha vinto il Terzo Premio della XIII edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre, con la seguente motivazione: «Per il modo delicato ma reale con il quale la scrittrice racconta, in terza persona, la vita e l’amicizia tra due donne di nazionalità e religioni diverse, unite per la vita da un sottile ma fortissimo legame di appartenenza al genere femminile. Il titolo si addice perfettamente a un racconto dove la testimonianza più forte è quella di un sentimento che supera le differenze e aiuta a vivere. La luce sotto cui viene posto il legame tra le protagoniste non è assolutamente banale. Dietro all’atteggiamento di Hind si riflette un bagaglio di valori che accomuna molte donne straniere in Italia. Il calore umano diffuso nella storia non può che essere premiato. Le vicende narrate sono uno splendido esempio di solidarietà».

 

Valeria Rubino nasce e cresce a Verona. Studia giornalismo e dopo una breve esperienza lavorativa a Londra, nel 2015 – al culmine dell’emergenza sbarchi dei richiedenti asilo giunti tramite la Libia – torna nella sua città. Da allora lavora per una Cooperativa Sociale all’interno del Progetto «Immigrazione», occupandosi dell’accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale sul territorio di Verona e provincia.
Il suo racconto, K.19, ha vinto il Premio Sezione Speciale Donne Italiane della XIII edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre, con la seguente motivazione: «Per la capacità di raccontare senza sconti le violenze subite dalle donne migranti dall’Africa all’Europa. Per lo sguardo di lucida empatia con cui ogni storia è narrata nella sua unicità, mettendo tuttavia in evidenza la comune deumanizzazione che la violenza contro le donne in quanto donne produce in chi la subisce. Per l’azione politica svolta dalla denuncia di crimini contro l’umanità che chi racconta svolge con prosa attenta, senza concedere nulla al pietismo e alla commozione. Malattie, leggi, gravidanze, guerre, stupri diventano voci di tante piccole carte d’identità a cui si aggiunge quella dell’autrice che si riconosce in tutte e soprattutto nell’affermazione della dignità femminile presente in ogni storia».

 

Madeleyn Eugenia Mendoza Márquez nasce a Bucaramanga, in Colombia, nel 1983. Si laurea in Disegno Industriale presso la Universidad Industrial de Santander e consegue il Master of Science in Ecodesign presso il Politecnico di Torino. Ha svolto l’attività di docenza presso diversi istituti universitari colombiani. Attualmente vive a Pinerolo (TO) insieme a suo marito e suo figlio, e si occupa di promuovere il valore del design sostenibile. Per la terza volta partecipa al Concorso Lingua Madre: per le Edizioni SEB27 sono stati pubblicati i suoi racconti Aprì gli occhi in Lingua Madre Duemilatredici e Una nuova vita si fa strada in Lingua Madre Duemiladiciasette.
La sua fotografia, Colombia-Italia; “Quando le culture si incontrano”, ha vinto il Premio Speciale Fondazione Sandretto Re Rebaudengo della XIII edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre, con la seguente motivazione: «Il modellino di un classico camion variopinto, tipico dei Paesi sudamericani, e quello della cinquecento, simbolo per eccellenza della produzione automobilistica italiana, s’incontrano su un pavimento, che dai cassetti di un tavolo sullo sfondo intuiamo essere domestico. Fra i due modellini colorati la figurina di una donna a testimoniare un incrocio fra culture lontane. Potrebbe sembrare un gioco e proprio questa sua immediatezza rende la scena godibile e genuina. Un’immagine semplice, diretta, e per questo autentica».

 

Melita Ferkovic nasce a Zagabria, in Croazia, nel 1960. Studia legge per due anni e si sposta all’estero per motivi professionali. Termina gli studi presso la scuola Steineriana e segue un percorso di quattro anni di teologia protestante. Vive in Italia dal 1999, dove si sposa, lavora come operatrice socio-sanitaria e come maestra nella scuola materna. All’interno del centro interculturale dedicato alle donne “Casa di Ramia” di Verona partecipa ai gruppi di narrazione, poesia e coro. Il racconto collettivo a cui ha collaborato insieme ad altre donne, Racconti di letti, è pubblicato nell’antologia Lingua Madre Duemilaquindici, mentre La mia migrazione, arrivato tra i finalisti lo scorso anno, è pubblicato nell’antologia Lingua Madre Duemiladiciassette.
Con Parole sospese sulla neve, ha vinto il Premio Speciale Slow Food-Terra Madre della XIII edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre, con la seguente motivazione: «Per la capacità narrativa e descrittiva attraverso la quale sa rendere con grande efficacia i ricordi e le emozioni. Per come è raccontato l’amore infinito verso la madre, e i momenti preziosi che riportano madre e figlia a vivere insieme».

 

Dunja Badnjević nasce a Belgrado nel 1945 e vive in Italia da più di cinquant’anni. Ha lavorato come redattrice e attualmente si occupa di traduzione e promozione della letteratura serba, croata e bosniaca. Ha tradotto per Adelphi, Guanda, Editori Riuniti, Bordeaux ed., Newton Compton e altre case editrici. Per la collana Meridiani della Mondadori ha curaro e tradotto Ivo Andric, Romanzi e racconti. Con il suo primo libro, L’Isola nuda, edito da Bollati Boringhieri, ha ottenuto diversi riconoscimenti nazionali.
ll suo racconto, Ricordi rubati, ha vinto il Premio Speciale Torino Film Festival della XIII edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre, con la seguente motivazione: «Costruito in maniera secca ed essenziale, sa raccontare in poche pagine una storia complessa e animata da più personaggi, tutti con fisionomie ben definite. Ha ritmo, tempo, senso della narrazione. E non perde mai di vista il filo della memoria e delle radici, che rappresentano la base, intelligente e attuale, della storia.».

L’Atelier di scrittura“Raccontami la tua storia”, diretto da Adriana Chemello è un’iniziativa nata nel 2017 a Vicenza fra le mura della Casa della Pace. È volta alle donne straniere con l’intento di incoraggiarle a narrare, tessere le fila di storie e vissuti, guardare al mondo con un’attenzione diversa e incentivare – attraverso la scrittura – il racconto della differenza. L’iniziativa gode del patrocinio della Commissione Pari opportunità del Comune di Vicenza, è promossa dal Progetto “La Ragnatela”, con l’adesione di diverse altre associazioni femminili attive sul territorio. Hedieh Farahnak Amri (Iran), Helena Tylipska (Ucraina) e Miloslava Firmanova (Repubblica Ceca) hanno frequentato l’Atelier scrivendo il racconto collettivo Quaderno di ricordi, con il quale hanno partecipato alla XIII edizione del Concorso Lingua Madre e vinto il Premio Speciale Giuria Popolare.