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Leyla Khalil protagonista di UniDiversità La vincitrice del premio Slow Food Terra Madre ha presentato il suo racconto "Ricordi congelati"

Scritto da Segreteria il 06 Luglio 2015

Leyla Khalil è stata la protagonista dell’evento finale di Unidiversità a L’Aquila. La vincitrice del premio speciale Slow Food Terra Madre del Concorso Lingua Madre di quest’anno ha presentato il suo racconto “Ricordi congelati” presso la Libreria Polarville nell’ambito di questo importante progetto dell’Università dell’Aquila.
Si tratta, infatti, di una vera e propria esplosione di creatività e progettazione partecipata nata in partenariato con le Associazioni “Ricostruire Insieme” e “Comitato Territoriale Arci” dell’Aquila, attive da anni nell’intercultura, e con il sostegno dell’Associazione Bibliobus dell’Aquila, finanziata dal Ministero dell’Interno nell’ambito del Fondo Europeo per l’Integrazione di Cittadini di Paesi Terzi (FEI).

L’incontro con Leyla Khalil ha coinvolto il pubblico per la profondità dei temi trattati: morte, cibo e lingua madre. L’autrice ha raccontato la difficoltà della comunicazione in lingue diverse, soprattutto all’interno di quelle famiglie dove i nipoti hanno spesso perso il contatto con la loro lingua madre. Proprio di questo tratta il suo racconto, che – con stile incisivo e potente – narra una storia familiare, attraverso il ricordo della nonna Téta la cui memoria si ritrova pian piano partendo dai mille cibi che lei stessa congelava nel freezer per la famiglia.
Non a caso Unidiversità intende valorizzare l’alta presenza di studenti stranieri attraverso l’attivazione di tavoli di progettazione partecipata aperti alle e agli studenti. Ecco quindi i tanti incontri settimanali, che si sono conclusi a fine giugno, portatori di buone pratiche, vissute e promosse, di antirazzismo e integrazione. L’obiettivo nell’arco di questi mesi è stato proprio quello di promuovere la cultura dell’incontro, del confronto, dell’ascolto, rifiutando, attraverso il dialogo, qualsiasi forma di acritica rassegnazione all’idea che “straniero significhi pericolo”. Straniero è solo ciò che non si conosce. Conoscenza dunque per mettere le basi di una convivenza che dall’Aquila prende voce per costruire una società nuova.