Le autrici di Lingua Madre

Gli incipit dei racconti vincitori XII Edizione del Concorso Lingua Madre

Scritto da Segreteria il 30 Marzo 2017

Mi avevano ripetuto fino allo sfinimento che le pareti avessero le orecchie.
Mi fermavo a osservarle e le vedevo affiorare.
E le pareti della mia casa apparivano come strane creature che solo ora posso assimilare alle creature fantastiche, di quelle che, ogni tanto, si vedono nei film. Erano demoni dalla tinta floreale, che vivevano distesi sulle pareti della camera di mia nonna oppure demoni dagli abeti ripetuti all’infinito, come la tappezzeria della mia camera.
LE PARETI AVEVANO LE ORECCHIE
Roxana Lazar
Romania
PRIMO PREMIO

[Roma 1998]
Conosco Josephine da una vita. Nella Jugoslavia di ieri, dove sono nata, lei, che dapprima fu nostra vicina di casa, divenne, per circostanze del tutto particolari, anche la mia migliore amica. Dopo la scomparsa dei miei genitori si prese cura di me e del mio fratellino. Come abbia fatto a convincere le autorità per ottenere la tutela, non l’ho mai saputo.
JOSEPHINE. NAPULE BELLO
Anita Vuco
Croazia
SECONDO PREMIO – PREMIO CONSULTA FEMMINILE REGIONALE DEL PIEMONTE

Arancione.
Come la confezione di pillole gettata accanto al tuo busto quell’agghiacciante pomeriggio di dicembre. Arancione come il calore che trasmettevi alle persone con le tue iridi verdi. Come un tuo abbraccio. Il tuo abbraccio era arancione.
Bianco.
Come le lenzuola sulle quali abbandonasti il tuo esile corpo. Bianco come il freddo delle tue mani. Sei così contraddittorio, Thomas. Sei bianco. Perché il bianco ti dà sollievo, ma sotto un altro punto di vista angoscia.
VEDRÒ I TUOI COLORI
Fatima Ezzahra Garguech
Marocco
TERZO PREMIO

Dedicato a Khadija (Marocco), Souhaila (Algeria), Lula (Somalia), Nafi (Senegal) e ai loro bambini, che rendono più belli i nostri giorni

Attraverso il mare sono arrivata. Dentro la paura di un mondo sconosciuto e il dolore di lasciare la mia terra. Attraverso il mare il mio bimbo è il mio salvagente. Respiro e battito di cuore. Piccini, ma forti sul mio petto. Manine che si aprono e si chiudono e scoprono l’aria e scoprono me.
ATTRAVERSO IL MARE
Roberta Villa
Italia
PREMIO SEZIONE SPECIALE DONNE ITALIANE

Mamma, Elena mi ha detto che non posso giocare con loro perché io sono di un altro paese.
Tu amore, tu che sei italianissima e bella come il sole. Che hai un vocabolario ricco di parole difficili perché andiamo spesso in biblioteca. Tu che non parli la mia di linguamadre perché non uso lo spagnolo per non crearti confusione. Tu non puoi giocare con le altre bambine soltanto perché sei mia figlia. Perché un adulto avrà sentito il mio accento argentino, che non sono riuscita ad ammortizzare dopo dodici anni di residenza in Italia.
GLI INCAS VIVEVANO IN PERÙ
Monica Caudana
Argentina
PREMIO SPECIALE ROTARY CLUB TORINO MOLE ANTONELLIANA

Sin da piccola volevo visitare l’Italia. Avevo sentito parlare mia nonna di questo bel Paese. Mi raccontava dei soldati italiani che venivano a casa sua a prendere il caprino e una versione macedone della grappa chiamata rakija, entrambi fatti in casa. Erano molto gentili, di buon umore e canticchiavano sempre qualche canzone italiana. La nonna diceva che a vederli così sorridenti e gentili, uno faceva fatica a credere che in realtà fossero gli occupatori, i nemici.
IL SOGNO DI LUCIA
Silvija Mitevska
Macedonia
PREMIO SPECIALE SLOW FOOD-TERRA MADRE

Deshira si trova da tre settimane a Vorë, il suo paese natio.
– Non temi di non poter più rientrare in Italia? – le scrive un’amica.
– Sono stata costretta ad andarmene, – risponde, – mi hanno ingannata.
Minuta, con occhi e capelli neri, lunghi e ricci, lei adora il bianco dei suoi pantaloni, i tacchi alti, gli orecchini pesanti e il mascara nero sopra le ciglia lunghe, che si appoggiano sopra l’occhio come il coperchio di una cassapanca.
INSEGNARE L’AMORE ALL’ARIA
Sabina Darova
Albania
PREMIO SPECIALE TORINO FILM FESTIVAL

La lingua è come una casa. Una casa abitata si mantiene meglio rispetto a una chiusa. Le case e le lingue devono essere vissute, in modo che non ammuffiscano. Essendo la mia parlata albanese, nel frigorifero dell’emigrazione che tutto congela e conserva, rimango allibita nell’ascoltare le persone  anziane parlare come comunicavano dieci anni fa quelli che erano per me bambini.
EQUILIBRIO
Malvina Sinani
Albania
PREMIO SPECIALE GIURIA POPOLARE