Appuntamenti

Una giornata di formazione Il CLM all'Ufficio Pastorale Migranti di Torino

Scritto da Segreteria il 01 Dicembre 2016

Mercoledì 30 novembre 2016 l’Ufficio diocesano per la Pastorale dei Migranti (UPM) di Torino ha organizzato una giornata di formazione per volontari e operatori del campo delle migrazioni sul tema: “30 anni di politiche, percorsi e progetti per l’inclusione attiva dei migranti sul territorio cittadino e regionale: cosa rimane da fare?”
Di fronte a un pubblico numeroso e partecipe anche il Concorso Lingua Madre è stato chiamato a testimoniare la sua positiva “esperienza sul campo”, insieme a tanti altri progetti e associazioni.

Sulla base del Rapporto Immigrazione 2016, Mons. Giancarlo Perego, Direttore generale di Migrantes, ha posto l’accento non tanto sui numeri ma su quelle che sono e che dovranno essere le sfide e le prospettive per le città italiane.
Nell’introdurre la giornata, Sergio Durando, Direttore dell’Ufficio Pastorale Migranti di Torino, ha sottolineato infatti come l’attenzione collettiva sia ormai da tempo focalizzata e assorbita dall’emergenza dei/delle richiedenti asilo, mentre esiste una popolazione straniera “storica” presente da decenni sul territorio, cui occorre prestare attenzione. Quali politiche e quali percorsi si rendono quindi necessari? Di che cosa necessitano le famiglie, le scuole? Non si tratta più di “flussi”, ma di persone che occorre coinvolgere e rendere partecipi della comunità. Ecco quindi le testimonianze di tanti progetti che vanno al di là del concetto di accoglienza, come appunto il Concorso Lingua Madre, che Daniela Finocchi – ideatrice e responsabile del progetto – ha illustrato aprendo i lavori, sottolineando le caratteristiche di inclusione e appartenenza che ne stanno alla base.
Tante le esperienze che si sono avvicendate: “Benvenuti ABC” con Paolo Giovine, PubCoder, che ha messo in rete un libro gratuito che attraverso le illustrazioni rende semplificato l’apprendimento delle lingue; “Indovina chi viene a cena” della Rete Italiana Cultura Popolare che, come ha spiegato il direttore Antonio Damasco, apre le case e le cucine delle famiglie straniere a quelle italiane; il progetto “Italiano per studiare” della Fondazione G.Agnelli che coinvolge le scuole, come illustrato da Stefano Molina; il progetto “Tablet e lavagna” volto all’alfabetizzazione con Rocco de Paolis (CPIA 2); il progetto “Extratitoli” che offre un’attività di supporto al riconoscimento in Italia dei titoli di studio o delle competenze professionali conseguiti all’estero, presentato da Yuri Di Molfetta; l’esperienza del lavoro in rete illustrata da Cristina Ferrando, Coordinatrice di Camminare Insieme.
Ma non mancano le criticità, come evidenziato da Margherita Busso (GRIS) in relazione agli sportelli sanitari sul territorio. Così Nanni Tosco, Presidente Ufficio Pio, ha messo in luce come ci potremmo facilmente trovare di fronte a problemi di disordine sociale se non verranno affrontati i nodi strutturali che riguardano i territori. “Luci e ombre” sono anche quelle che accompagnano l’accoglienza delle famiglie Rom, come ha raccontato Giorgio Novelli, Superiore dei Padri Somaschi di S. Mauro che seguono diversi nuclei familiari non senza difficoltà. Allo stesso modo, Padre Paul Nde, Provinciale Spiritani, ha spiegato la difficile situazione dei/delle giovani universitari/e africani/e a Torino che rappresentano una realtà consistente ma quasi invisibile (quest’anno solo dal Camerun sono arrivati 60 studenti e 40 dal Congo), ragazzi/e che devono spesso scontrarsi con i problemi burocratici del visto per motivi di studio riconosciuto solo a posteriori e, una volta laureati/e, faticano a trovare una collocazione nel mondo del lavoro.
La risposta più efficace non può che essere quella della condivisione, occorre “stimolare la prossimità”, come è stato detto. Ed ecco allora esperienze entusiasmanti come quella del “Rifugio Diffuso” raccontata dalla famiglia Merlo, che vi partecipa: padre, madre e tre ragazzi che hanno accolto un giovane rifugiato del Mali, che dopo otto anni di migrazione (a volte forzata e inconsapevole) si è finalmente sentito “a casa”, tanto da chiedere di rimanere con loro anche ad esperienza conclusa. A far nascere comunità ci pensa anche Balon Mundial, come ha spiegato il presidente Tommaso Pozzato: la coppa del mondo delle comunità migranti dove si ritrovano a giocare, spalla a spalla, giovani delle più diversi condizioni sociali. Lo stesso principio vale per l’esperienza ASAI, teatro per l’inclusione sociale, che ha presentato al pubblico in sala alcune brevi pièce teatrali messe in scena da ragazzi e ragazze stranieri/e, insieme alla regista Paola Cereda.
La seconda parte della giornata è stata dedicata alle voci istituzionali e sono stati invitate/i Monica Cerutti, Assessora Immigrazione Regione Piemonte; Federica Patti Assessora Istruzione Città di Torino; Renato Saccone, Prefetto di Torino; Sonia Schellino, Assessora Politiche Sociali Città di Torino; Marzia Sica, dell’Area Politiche Sociali della Compagnia di San Paolo; Michele Sole, Dirigente Ufficio Immigrazione Questura di Torino.
La sfida è dunque confrontarsi e cooperare nei diversi ambiti della società, condividere la vita quotidiana, a scuola, per le strade, nei luoghi di aggregazione e di incontro, attraverso lo studio ma anche attraverso il gioco e l’arte. Le città rappresentano uno sfondo potenzialmente integratore, a tutti noi il potere di renderle effettivamente tali.

Ecco tutte le foto.