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    I libri con i racconti selezionati del Concorso Lingua Madre sono editi da Seb27 e curati da Daniela Finocchi

    LinguaMadre Duemilasei – Racconti di donne straniere in Italia

    Lingua Madre 2006 Come si diventa italiana se si è nata a Buenos Aires? Cosa significa preparare una vera cena vietnamita in Occidente? Quali parole sceglie una zia per mediare tra una madre e una figlia ormai lontane dalla Somalia e tra di loro?
    Le risposte si trovano nei racconti di questa raccolta: un mare di esperienze ed emozioni che svela intimità sconosciute, che si insinua nel profondo degli animi delle autrici (e delle coscienze di chi legge) come solo la scrittura sa fare, al di là dei luoghi comuni, dei pregiudizi, delle differenze religiose-politiche-culturali.
    Sono le storie di donne marocchine, senegalesi, vietnamite, indiane, rumene, argentine, statunitensi, di tante altre nazionalità e anche italiane, che hanno partecipato al Concorso letterario nazionale “Lingua Madre”, indetto dal Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile con la Regione Piemonte e la Fiera Internazionale del Libro di Torino.
    Il modo che le donne hanno di vivere gli eventi si dimostra capace di dilatare gli spazi di libertà. Una forza che traspare ad ogni riga, siano racconti di vita o reportage di viaggi lontani. Ecco quindi svelarsi rituali d’implicazioni complesse quali la cerimonia del tè, ma anche storie d’amicizia inattesa o mancata. Si affollano nella narrazione le difficoltà d’inserimento, i ricordi, le paure, le sofferenze, ma anche l’ironia e la gioia. Il tutto, magari, per scoprire che quelle che in Italia definiamo «difficoltà di relazione» in un bambino, in India si chiamano «fantasia»!

    LinguaMadre Duemilasette -Racconti di donne straniere in Italia

    Lingua Madre 2007La poesia di un racconto sul desiderio di diventare madre, tra sogno e fatalismo, si contrappone al linguaggio semplice e crudo del resoconto di una vita in cui il dolore e la lotta quotidiana per la sopravvivenza nascondono lo strazio dell’anima. Sono solo alcuni dei temi di questa raccolta. Sono le storie di donne cubane, argentine, marocchine, senegalesi, vietnamite, indiane, rumene, bulgare, camerunensi, ecuadoregne e di tante altre nazionalità che hanno partecipato alla Seconda edizione del Concorso letterario nazionale “Lingua Madre” e che hanno colto con entusiasmo l’opportunità di raccontarsi confrontandosi con la cultura, gli usi e i costumi della vita italiana.
    Il tema dell’identità attraversa e unisce le narrazioni, identità vissuta con fatica, con difficoltà, magari con rabbia e che a volte è persino difficile definire. In certi casi è l’amore a gettare un ponte fra le differenze, l’amore che ammorbidisce i contrasti, creando le basi per una reale integrazione. Altre volte è il cibo che diviene elemento d’identità culturale e di scambio. Non manca l’ironia, che s’insinua leggera, l’arma migliore per combattere ogni fanatismo. Ecco così che una pietanza da gourmet di carne cruda, può facilmente trasformarsi nel più inquietante degli incubi per una sudamericana spersa tra le brumose campagne del nord Italia, convinta di essere finita in mano ai cannibali!

    LinguaMadreDuemilaotto – Racconti di donne straniere in Italia

    Lingua Madre 2008

    L’ironico ribaltamento di un dramma epocale si stempera nella risata di un bambino ed ecco che in un istante i ruoli si confondono: chi sono gli indigeni, chi i conquistatori? Intanto, i diversi suoni della pioggia, del vento, del mare attraverso i continenti narrano di un legame con la natura vitale e irrinunciabile. E ancora la gioia di vivere, la musica, il canto, l’amore incondizionato per la famiglia contrapposti all’abbandono, al piacere fisico negato, a una migrazione sofferta, alla difficoltà di essere donna. Voci e colori che si affollano, si confondono, si uniscono in un unico abbraccio. Sono le storie di donne cinesi, ghanesi, argentine, brasiliane, keniote, nigeriane, cambogiane, indiane, rumene, polacche, albanesi, croate, serbe e di tante altre nazionalità che hanno partecipato alla Terza edizione del Concorso letterario nazionale “Lingua Madre”. L’Italia fa da sfondo con le sue trasformazioni e le sue contraddizioni. Questo libro è un invito all’ascolto. Una guida per ribaltare le prospettive. «Chi è lo straniero? – scrive Claudilélia Lemes Dias – Un insieme di no: non parla la nostra lingua, non ha le nostre origini, non impartisce la nostra educazione ai figli… Solo quando togliamo tutti questi no diventa uno di noi».

    Lingua Madre Duemilanove – Racconti di donne straniere in Italia

    copertina09web Parole dure, incalzanti, che nulla nascondono della terribile realtà. Viaggi intrapresi con una speranza di riscatto a volte non mantenuta. L’amore delle donne che non si esaurisce: per una madre, per una città, per una sorella, per un’amica. L’urgenza del ricordo e il bisogno di lasciare alle figlie e ai figli la propria “eredità senza dote” creano un tessuto complesso e ricco. Queste le storie di donne albanesi, cinesi, vietnamite, argentine, brasiliane, croate, nigeriane, iraniane, indiane, romene, albanesi, serbe, cubane, congolesi e di tante altre nazionalità che hanno partecipato alla Quarta edizione del Concorso letterario nazionale “Lingua Madre”. Cammini lenti e faticosi che con caparbietà le donne compiono alla ricerca di un equilibrio che trovano magari nella maternità, nel confronto e nell’amicizia con altre donne o nei piccoli gesti quotidiani che rendono un piatto ricco, fresco e colorato come il tabboulé un sinonimo di corretta integrazione. Perché le persone «non devono sciogliersi le une nelle altre, non devono perdere la propria entità culturale, ma devono fare in modo di comporre una realtà colorata, vivace e appetitosa, che stuzzica il desiderio di ognuno di conoscersi a vicenda».

    LinguaMadre Duemiladieci – Racconti di donne straniere in Italia

    Copertina LM10Manik “innaffia i figli di speranza e di gioia”. Non troppo lontano, Roza “uccide” il suo essere donna e la sua femminilità per affermare la propria esistenza. I racconti si susseguono tra immagini suggestive e frammenti di vera letteratura. Sono queste le storie di donne albanesi, iraniane, croate, palestinesi, armene, brasiliane, senegalesi, romene, siriane, yemenite, sri lankesi e di tante altre nazionalità, che hanno partecipato alla V edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre. Un viaggio che passa dalla riflessione sulla propria anima migrante, sul senso dell’appartenenza e dell’identità, sul proprio mondo interiore con le sue paure e incertezze, sino alla rinascita simbolica. È per riconoscersi ed essere riconosciute che le protagoniste di questi “mondi paralleli” decidono di scrivere e condividere storie, reali o immaginate. Così la scrittura si conferma luogo privilegiato dell’incontro, in grado di renderci più comprensibile la realtà. Questa antologia, mappamondo di testimonianze, idee, immagini, emozioni è, ancora una volta, un’occasione per conoscere e capire ciò che, solitamente, resta inascoltato, per scoprire e riscoprire le relazioni significative: quella con il luogo d’origine, con un simbolo o un oggetto della memoria, ma soprattutto quella con le altre donne.

    LinguaMadre Duemilaundici – Racconti di donne straniere in Italia

    «Ho camminato in un solco tracciato per me da generazioni di migranti ho viaggiato leggera, e strada facendo ho abbandonato pezzi di bagaglio. Ho fatto spazio per questo paese: il mio». Migrazioni, spostamenti, esperienze di confine. A raccontarle tante voci come quella di Jacqueline/Nambena con due infanzie e due anime, prima in Madagascar e poi in Italia. O come quella di Guergana che giunge dalla Bulgaria convinta di «potersi, sconfinando, reinventare». E ancora Elisa, “frutto” di un amore italo-vietnamita, che viaggia alla scoperta della sua “mezza luna”, metafora della terra materna, fino a Generda che con la freschezza dei suoi undici anni mette a confronto due mamme, una italiana e una albanese, così diverse e così uguali.
    Le donne sfidano luoghi comuni e stereotipi narrando il cambiamento di cui sono protagoniste. Diventano testimoni di un modo diverso di affrontare i temi della migrazione. Un modo che allo scontro contrappone la relazione, che alla strenua difesa dell’identità contrappone il riconoscimento reciproco nell’alterità. Tracce di donne che «si sono fatte sorprendere dal miraggio di una vita migliore. E anziché rimproverarlo di averle ingannate, quel miraggio, l’hanno ringraziato di averle fatte camminare ancora».

    LinguaMadre Duemiladodici – Racconti di donne straniere in Italia

    «Siamo speciali, noi straniere e figlie di donne straniere. Abbiamo in memoria i sapori e i profumi di terre lontane». Nei racconti delle donne straniere, la scrittura in lingua italiana diventa il tramite con cui rivendicare se stesse, la propria esperienza, la propria unicità.
    Più di tutto, per esprimere un tenace e profondo amore per la vita. Attraverso la rabbia, lo smarrimento e l’incertezza, la scrittura si trasforma in uno strumento gioioso di affermazione. La tensione tra un passato nostalgico e un presente prescrittivo, tra un altrove denso di ricordi e un nuovo luogo da chiamare “casa”, tra il sapore dolce di un’infanzia spensierata e il passaggio ad un’età adulta a volte amara: i racconti della settima edizione del Concorso “Lingua Madre” segnano un viaggio, la cui meta è frutto di un percorso di analisi e riflessione sul sé, sulla propria condizione, ma soprattutto sui propri desideri.
    Sogni, parole e legami. Sapori, odori e immagini. Ma anche realtà, silenzi e assenze. Uno sguardo al femminile sul mondo, che si appropria di un linguaggio e di una simbologia inediti, differenti. Ad accompagnare la narrazione di una nuova generazione di donne migranti, che con estrema vitalità e autoconsapevolezza è pronta a rivelarsi e a mettersi in relazione.

    LinguaMadre Duemilatredici–Racconti di donne straniere in Italia

    «Lei non ci parla con quelli, lei mica ha bisogno di carità. Ce la fa da sola, ce l’ha sempre fatta. Con le sue forze ha comprato un pezzetto di terra e ha fatto costruire nel mezzo una capanna in muratura e lamiera. Attorno ha piantato dell’erba e dei fiori…».
    C’è un sottile filo che congiunge le storie lontane, taciute e spesso sconosciute delle donne straniere. Un filo che va a ricomporre la relazione genealogica, che tematizza il nodo dell’autorità femminile, quello dell’ordine simbolico della madre, quello della lingua materna. Sono tante, sono donne in viaggio, anche quando stanno ferme. Dirette nei loro altrove del corpo e dell’anima, trovano nel racconto di sé una chiave preziosa che sembrava loro smarrita, la chiave per aprirsi alle loro nuove case, in città e paesi prima solo immaginati. «Ho costruito le mie ali e sono volata via. Lì nessuno mi conosceva. Lì non c’erano obblighi, non c’erano restrizioni. Potevo ricostruire un nuovo io. Anzi, tanti nuovi io. Potevo creare addirittura un non-io, e riempirlo a piacimento. Ero libera di sperimentare, libera di errare». È un dialogo corale che non si arresta, stravolge le certezze in un racconto unico fatto di parentesi chiuse e vite mandate a capo. Spesso felicemente. I racconti della VIII edizione del Concorso letterario nazionale Lingua Madre parlano la lingua universale del cambiamento; testimoniano che costruire è sempre possibile; che il terreno, anche se sconosciuto, può essere addomesticato e rifiorire, portando con sé la meraviglia di profumi sempre diversi.

    Lingua Madre Duemilaquattordici – Racconti di donne straniere in Italia 

    Una donna è appena scesa da una macchina lucida «con cui si può arrivare ovunque». Un’altra si è imbarcata, ora è dall’altra parte dell’Oceano, non capisce una sola parola e non sa proprio dove andare, eppure non si abbatte: «Ho diciannove anni e non so che cosa mi aspetta in questo paese, ma non ho paura». Un’altra ancora dedica al nipote un testamento senza sconti, quasi implacabile, ma incredibilmente e nonostante tutto, carico di fiducia e di speranza. Voci al femminile, diverse per età e provenienza, eppure così simili. Vite che si intrecciano e che percorrono strade inconsuete, che esulano dai tracciati conosciuti, quelli dove non si riesce ad andare avanti, dove gli animi si induriscono e le menti si alienano. I racconti della Nona edizione del Concorso letterario nazionale “Lingua Madre” ci conducono attraverso i tortuosi e spesso faticosi sentieri femminili, che sono noti a tutte le donne. Su quei viottoli camminavano le loro nonne, le loro madri (carnali e simboliche) e ci cammineranno le loro figlie. Sono strade che possono portare a trasformazioni sorprendenti, che le vedono e le vedranno protagoniste. Straniere, italiane: non ha importanza. Le donne si riconoscono, si mettono in relazione e insieme imprimono un nuovo corso alla migrazione, alla vita. A muoverle un’insopprimibile forza del desiderio e la fiducia, perché: «Mamma ha detto che ci saranno giorni come questo. Ci saranno giorni come questo, ha detto mamma».

    LinguaMadre Duemilaquindici -Racconti di donne straniere in Italia

    2015«Dov’è la mia terra?», «Di chi è questa terra?», «Questa terra è anche mia?». Nei racconti della decima edizione del Concorso letterario nazionale “Lingua Madre” ritroviamo un invito ad abbandonare coordinate conosciute, levare le ancore e partire per riscoprirci diverse e diversi da come eravamo. Una figlia legge i segni visibili e invisibili che i percorsi delle sue madri, «donne fatte di mais e spighe di grano», hanno tracciato sulla sua pelle. Un’altra racconta del difficile rapporto con la sorella adottiva, in un gioco di rimandi tra identità aperte alle contaminazioni. Un’altra ancora narra le imprese epiche della donna favolosa che è possibile intravedere nelle macchie scure della luna d’Africa. Leggende, realtà, letteratura, vite che si fondono e confondono per portarci lontano. D’altronde ogni donna, con la sua unicità e con la sua irriducibile differenza, è un viaggio avvincente. Così come lo è la scrittura. In questa antologia ritroviamo paesaggi interni ed esterni di esploratrici della parola e della vita che non smettono mai di cercare, di andare avanti, di costruire reti e relazioni, per affermare ancora una volta che non c’è io senza Altra: nell’altra io affondo le mie radici, con l’altra io mi confronto e mi riconosco, grazie all’altra posso costruire dei rapporti di solidarietà e d’amore. All’altra, infine, posso affidare me stessa e le mie parole. In questo modo, la tela dei legami continua a essere tessuta insieme a quella delle storie, in un ordito di destini femminili. In questo modo, la tela dei legami continua a essere tessuta insieme a quella delle storie, in un ordito di destini femminili che si allacciano, si sovrappongono, si mescolano e condividono il mondo.

    LinguaMadre Duemilasedici – Racconti di donne straniere in Italia

    2016Judith porta a casa di un’amica le banane fritte e Angela scopre che la colazione in Italia si fa mangiando cibi dolci e non salati, come avviene in Colombia. “A.” vive un’esperienza di convivenza forzata in carcere, dove le emozioni e i pensieri di una si fondono con quelli delle altre fino a creare un’enorme famiglia allargata. Dounya lavora per pagarsi gli studi sperando di tornare un giorno fiera di sé a Marrakech. Claudia si chiede se mettere a tacere la propria lingua madre equivalga a ucciderla. È un universo poco esplorato quello delle donne migranti, basato sulla solidarietà e sulla condivisione. È un mondo pieno di colori, esperienze, sguardi e sapori diversi che si amalgamano e si sovrappongono pur mantenendo sempre la propria unicità. Le narrazioni raccolte in questa antologia ci confermano che l’interazione tra persone differenti è possibile, senza rinunciare alla propria identità e alle proprie radici. Che si può allestire una tavola con cibi originari di tutto il mondo, senza che questi perdano il proprio sapore unico.  Sono storie in cui si tenta di risolvere quesiti che nascono spontanei nella mente di chi si allontana da quel posto che ha sempre chiamato “casa” o di chi cerca di ritrovare le proprie origini, magari sepolte da anni di indifferenza o perse tra vecchi album di famiglia. Non esistono risposte “giuste” a queste domande ma solo riflessioni, punti di vista.

    LinguaMadre Duemiladiciassette – Racconti di donne straniere in Italia

    Trasparente come il velo di burro sui panini di Roxana a Bucarest. Nero come il colore che spaventa i compagni di classe della figlia di Monica: non giocano con chi viene da “un altro paese”. Giallo, come i limoni della Croazia di Josephine. Azzurro, come il cielo e il mare durante il lunghissimo viaggio raccontato da Roberta. Rosso, come le tende dei ristoranti italiani, la prima volta che Svetle li vede dal vivo. Bianco, come il colore che per Fatima dà sollievo e mette angoscia insieme. Nelle storie raccolte in questa antologia, i colori sono spesso protagonisti. Un mondo variopinto dove autrici straniere e italiane si incontrano e, attraverso una lingua variegata, ricordano a chi legge il pericolo che si annida dentro l’abitudine: mai come in questo momento, in cui dati e notizie sulla migrazione affollano i mass media, si corre il rischio di dimenticare il valore delle singole voci, delle espserienze individuali. Ogni storia è unica, ma esprime l’esistenza di un legame prezioso, una connessione che solo le donne sono in grado di costruire tra di loro. Donne forti, appassionate, che rispondono con gentilezza all’ostilità del mondo, rovesciano le prospettive, testimoniano l’importanza di essere riconosciute/i per esistere e, soprattutto, ricordano che può e deve essere possibile vivere insieme, come in “una nuova stanza colorata”.

    Lingua Madre Duemiladiciotto – Racconti di donne straniere in Italia

    Un viaggio a piedi scalzi attraverso il deserto con il solo obiettivo di una vita migliore. Un viaggio alla ricerca delle proprie radici nella figura di un nonno mai conosciuto, caduto in guerra. Un viaggio per passare le vacanze in un Paese lontano, in quella casa delle origini che ora raccoglie ricordi e malinconia. Un viaggio nel tempo, un viaggio spaziale in un altro mondo, un viaggio alla ricerca di ricordi perduti. I viaggi raccolti in questa antologia assumono mille forme e significati ma sempre costituiscono un momento fondamentale nella vita di colei che li racconta, delineando quasi una nuova geografia, basata sull’emozione e sul ricordo, sul coraggio e sulla speranza. I confini vengono abbattuti in queste storie che, attraverso esperienze estremamente peculiari e personali, profilano realtà comuni a tutti e in cui tutti possiamo immedesimarci. Amicizie improbabili che diventano ancore di salvataggio per donne agli opposti eppure così simili, ragazze che incontrano il primo amore, madri che lottano per la salvezza dei loro figli. Donne forti, caparbie, fantasiose, dolci, che vengono dal futuro, attraversano lo spazio-tempo, si muovono in universi paralleli, ma soprattutto testimoniano la necessità imprescindibile dell’apertura verso l’altro, immaginando mondi in cui la differenza unisce invece di separare.

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